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Caltanissetta, la città delle mezze verità: delle cose ‘sussurrate’ ma non ‘dette’

Sergio Cirlinci

Caltanissetta, la città delle mezze verità: delle cose ‘sussurrate’ ma non ‘dette’

Mar, 23/11/2021 - 11:16

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CALTANISSETTA – Ormai noi nisseni dobbiamo rassegnarci al fatto di non capire bene come vanno le cose su certi temi, specialmente quelli più “caldi”. Non è certo colpa nostra, non siamo stupidi, anzi; il problema è che ci confondono, forse volutamente, con notizie o comunicati contrastanti tra loro. Cito soltanto gli ultimi due argomenti in ordine di tempo: Debito Ato ed Antenna Rai che, tra le altre cose, incidono anche sull’economia dell’intera collettività, che ci riguarda direttamente. Entrambe le problematiche sono vecchie di anni; partono, più o meno, dai tempi del sindaco Campisi, forse l’unico ad averci “visto lungo”.

Non a caso fu lui a cominciare ad accantonare i soldi per il debito ed a parlare di acquisto dell’antenna, ricordo che qualcuno ci rise sopra anche per un refuso di stampa e chi frettolosamente marchiò l’iniziativa come un bluff… peccato, oggi probabilmente discuteremmo di ben altro. Dopo di lui non successe più nulla e, anche se furono fatte delle azioni, non si portò a compimento quanto da lui predisposto e previsto. Risultato, son passati più di sette anni, durante i quali ci sarebbe stato tutto il tempo per risolvere bene ed in maniera meno traumatica ambedue le problematiche. Invece ci ritroviamo oggi con un debito pagato, ma che ancora fa e farà discutere, e con l’antenna che appena si è ventilata la reale possibilità che venga smontata, con tutte le problematiche che ciò comporterà, pericolo di lottizzazione o altro,ha determinato l’affannosa ricerca delle soluzioni …insomma si cerca il miracolo e si corre verso la base dell’antenna, una tardivo ma mediatico pellegrinaggio.

Delle due problematiche in questi anni, bisogna onestamente riconoscere, se ne è parlato tanto tra teorie, illazioni, mezze verità, ma di fatto tutti gli attori di entrambe le vicende, sono stati abili nello smarcarsi dalle dirette responsabilità, scaricandole sempre agli altri, e bravissimi nel fare comunicati stampa a raffica, nei quali si instillavano dubbi e sospetti, che poco o nulla chiarivano ma che sicuramente hanno fatto male alla verità, creando solo una gran confusione, con la conseguenza che ognuno di noi si è poi ‘fabbricato’ le proprie conclusioni. Della vicenda ATO abbiamo letto già tanto e penso che ancora avremo da leggere; sull’antenna invece le ultime notizie hanno fatto alzare i toni con accuse, anche pesanti, si parla infatti di responsabilità civili e penali, di conflitti di interesse etc..

Ma come stanno realmente le cose, chi ha vere e dirette responsabilità, chi poteva fare e non ha fatto e perchè in tutti questi anni non si è arrivati ad una soluzione, a noi, comuni cittadini, tutto ciò non è purtroppo dato saperlo. Basterebbe che coloro che lanciano certi strali, accusando sempre gli altri, osassero un po’ di più e dicessero chiaramente quello che lasciano intendere, ma per far ciò, non me ne vogliano, non basta un semplice comunicato ma ci vuole anche un po’ più di “coraggio” e dimostrare, con riscontri oggettivi e soprattutto documentali, quello sostenuto.

Dire tizio o caio avrebbero potuto fare questo o quello, francamente mi sa di voler scaricare ad altri probabilmente proprie manchevolezze o scarso impegno, pronti però, qualora si dovessero ottenere dei risultati positivi, pronti a metterci il famoso “cappello”, da mostrare magari alla prossima tornata elettorale.

Parlare di responsabilità civili e penali, di conflitti di interesse, accordi e quant’altro, nuoce sia alla verità che alla soluzione delle stesse problematiche. Noi cittadini siamo stanchi delle mezze verità e delle cose lasciate alla nostra libera interpretazione o accettate per fede nel chi le dice. Questa città necessita di una vera e propria “OPERAZIONE VERITA’”.

Scusate forse ho esagerato parlando di “OPERAZIONE VERITA’”… si è vero ho esagerato, mi son lasciato prendere la mano anch’io da quel tanto sbandierato “amore per la città”, troppo spesso proclamato tanto per dire.

Ad Maiora

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