Il progetto più costoso era quello del Consorzio di bonifica 9 di Catania e che prevedeva un ammodernamento dello schema irriguo con sostituzione delle condotte esistenti e introduzione di sistemi di telecontrollo: un investimento complessivo di oltre 78 milioni di euro.
Il più economico era previsto, invece, in provincia di Siracusa, dove sarebbero bastati 655mila euro per i lavori di manutenzione straordinaria e sistemazione idraulica dei canali di scolo del pantano dei Gelsari, con l’adeguamento dell’impianto idrovoro. Questi, come altri progetti per infrastrutture idriche presentati dalla Sicilia per sfruttare i fondi del Pnrr, non sono stati ammessi ai finanziamenti. Erano complessivamente 31 e avrebbero potuto cambiare il volto del sistema irriguo della Sicilia, ma il ministero delle Politiche agricole ha bocciato i progetti che rientravano nella Missione 2, Componente 4 (M2C4) del Piano nazionale di ripresa e resilienza: ‘Investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche’.
Il rimpallo delle responsabilità politiche è già partito, con il governo regionale che accusa Roma (“ostile all’agricoltura siciliana”, sostiene l’assessore regionale al ramo Toni Scilla), mentre Pd e Movimento cinque stelle puntano il dito contro gli errori della Regione Siciliana: l’Isola, intanto, resta fuori da questa prima tranche di finanziamenti. In provincia di Palermo oltre 43 milioni di euro, suddivisi in quattro progetti riguardanti il Consorzio di bonifica, avrebbero potuto consentire un pieno utilizzo della diga Garcia, con una nuova rete di distribuzione che avrebbe potuto rifornire meglio la zona del medio e alto Belice.
In provincia di Trapani uno dei quattro progetti puntava sulla manutenzione del letto fiume Delia (8,2 milioni), mentre per l’Agrigentino erano stati presentati sei investimenti: il più elevato, con oltre 39 milioni di euro di importo, riguardava l’alimentazione a gravità della vasca Alta Martusa di Caltabellotta e l’irrigazione delle campagne di Ribera con utilizzo delle acque delle dighe Prizzi e Gammauta.
A Gela, in provincia di Caltanissetta, era stato messo a punto un progetto per la rete irrigua dipendente dal lago artificiale Disueri: 19,3 milioni di investimento. Altri 5,7 milioni di euro, invece, avrebbero potuto dare una mano alla razionalizzazione delle acque superficiali del fiume San Paolo nei comuni di Francavilla di Sicilia e Motta Camastra, in provincia di Messina.
Questi, come tanti altri interventi, non sono stati giudicati meritevoli del finanziamento, venendo esclusi anche dalla lista dei progetti che potrebbero essere recuperati nel caso in cui rimanessero risorse inutilizzate: quell’elenco non vede neanche un progetto siciliano.

