Salute

Scuola: “stop classi affollate, regole chiari su mascherine”

Redazione

Scuola: “stop classi affollate, regole chiari su mascherine”

Dom, 12/09/2021 - 10:46

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Eliminare le classi sovraffollate, inserire gli asili nido nell’Anagrafe, dare regole chiare su mascherine, dispositivi di aerazione e quarantene e didattica a distanza: queste le richieste che Cittadinanzattiva avanza al governo e in particolare al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Nello specifico Cittadinanzattiva chiede di abrogare il decreto legge 81 del 2009, cosiddetto Tremonti-Gelmini, che consente fino a 30 alunni per classe nelle scuole secondarie di I e II grado, per ritornare ovunque ai parametri stabiliti dalla normativa antincendio che fissano il numero massimo in 25 alunni (26 con l’insegnante) e a quelli del provvedimento del 1975 che prevede uno spazio “vitale” per alunno di mq 1,80 e mq 1,96 secondo il tipo di Scuola. Cittadinanzattiva, all’avvio domani dell’anno scolastico nella gran parte delle regioni, evidenzia come siano quasi 17.000 le classi con oltre 25 alunni, appartenenti nel 55% dei casi agli Istituti di II grado.

“Una situazione che va sanata una volta per tutte per ottemperare alle esigenze di sicurezza legate non solo all’emergenza sanitaria ma anche alle emergenze che si potrebbero creare per il rischio alluvione e sismico, che interessano il nostro territorio nazionale. Oltre a cio’ si migliorerebbe la vivibilita’ e il benessere all’interno delle aule, si assicurerebbe una migliore qualita’ dell’insegnamento e dell’apprendimento, delle relazioni interpersonali significative a beneficio di tutti ma soprattutto dei ragazzi piu’ fragili”, dichiara Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva. “Gli istituti scolastici italiani sono ancora privi del certificato di agibilita’ per una percentuale pari al 53,8%, nel 38,6% del collaudo statico e nel 59% del certificato di Prevenzione Incendi, fondamentali in un Paese nel quale le scuole in zone ad elevata sismicita’ sono 17.343 pari al 43% del totale. Inoltre, nell’ultimo anno, a seguito della pandemia, in gran parte dei casi le scuole non hanno rivisto il Piano di Emergenza ne’ realizzato le prove di evacuazione”, continua Bizzarri. (ANSA). 

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