Salute

Sicilia tra le Regioni al vaglio per sito deposito nucleare. Entro novembre l’assegnazione

Redazione 2

Sicilia tra le Regioni al vaglio per sito deposito nucleare. Entro novembre l’assegnazione

Mar, 03/08/2021 - 08:18

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“Entro novembre sarà scelto il sito del deposito nucleare”. Lo assicura Emanuele Fontani, dal 2019 ad di Sogin, la società pubblica che si occupa di smantellare gli impianti nucleari italiani, intervistato da Marco Patucchi per la Repubblica.

La domanda è d’obbligo. Ingegnere, cosa le fa pensare che dopo quasi vent’anni di impegni disattesi, polemiche, rivolte popolari, rinvii e chi più ne ha più ne metta, sia davvero la volta buona per il Deposito Nazionale dei rifiuti nucleari? Tra qualche tempo saremo punto e a capo? “C’è un approccio nuovo, un segnale di responsabilità dello Stato.

Un’opera pubblica così strategica per la sicurezza, la salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente, non può essere imposta, serve un processo di coinvolgimento dal basso che porti a manifestazioni di interesse consapevoli. Perciò è stata scelta la consultazione pubblica nazionale”. In gennaio Sogin, con il nullaosta del governo, ha pubblicato la carta nazionale delle 67 aree potenzialmente idonee e il progetto preliminare del Deposito.

Poi è partita la consultazione pubblica chiusa a inizio luglio. Dal 7 settembre a tutto novembre un Seminario Nazionale con i soggetti interessati tenterà una scelta condivisa del sito”. L’Italia è il regno del Nimby (Not in my back yard, non nel mio cortile). Nessuno vuole farsi carico dei problemi generali: com’è andata la consultazione pubblica? “Molto bene. Abbiamo ricevuto oltre 300 osservazioni e proposte tecniche da Regioni, Provincie, Comuni, associazioni, singoli cittadini”.

Le osservazioni non impegnano. Non teme che, come sempre, nel momento della decisione nessuno farà un passo avanti? “È uno scenario che non prendiamo in considerazione perché siamo convinti che con una consultazione pubblica così articolata arriveremo a condividere la scelta con il territorio. Al termine del seminario riprenderà la consultazione per ulteriori approfondimenti. Sono arrivate osservazioni e proposte da tutte le regioni: Toscana, Basilicata, Puglia, Lazio, Piemonte, Sicilia e Sardegna”.

Insisto, se nessuno si farà avanti? “Se mancassero manifestazioni d’interesse, la normativa prevede che siano attivate trattative bilaterali con le Regioni. Ma le richieste di informazioni ci confermano che i cittadini, come sempre, sono disponibili a ragionare”. Si immagini a tavola con una famiglia italiana: cosa direbbe per convincerla ad ospitare il Deposito vicino alla sua casa?

“Il Deposito sarà in linea con le migliori soluzioni ingegneristiche adottate in altri Paesi europei, con le quali le comunità locali già convivono da decenni. Perché la sicurezza è il fattore essenziale sul quale non potranno esserci deroghe. Pensi che in Francia dal 1992 è in esercizio il Deposito de l’Aube nella regione dello Champagne dove ci sono le coltivazioni secolari di uve che non sono state penalizzate dalla sua presenza, anzi incentivate. Sarà così anche in Italia con benefici economici diretti e indiretti?”. Quali? “Misure compensative per l’occupazione di una porzione di territorio nel lungo periodo, più lo sviluppo per le comunità che partecipano alla realizzazione di un servizio essenziale per il Paese. È previsto un investimento complessivo di circa 900 milioni di euro e la sua costruzione genererà oltre 4.000 posti di lavoro l’anno per quattro anni di cantiere, tra diretti, indiretti e indotti.

Durante la fase di esercizio, invece, l’occupazione diretta è stimata in circa 700 addetti, fra interni ed esterni, con un indotto che può incrementare l’occupazione fino a un migliaio di unità”.

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