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Rassegna Stampa. Omicidio Siddique Adnan: così si salvò un testimone

Redazione 2

Rassegna Stampa. Omicidio Siddique Adnan: così si salvò un testimone

Mar, 16/02/2021 - 17:55

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Si salvò per miracolo la sera dell’omi – cidio del pakistano Siddique Adnan. Ed è anche riuscito a riconoscere alcuni componenti del commando che parteciparono al delitto.

Questi i punti centrali del racconto di un pakistano, residente nell’appartamento al piano superiore rispetto a quello occupato da Adnan, che ieri – deponendo in aula – ha confermato le accuse nel corso dell’incidente probatorio relativo proprio al delitto dello scorso 3 giugno scorso a Caltanissetta, vittima lo straniero che aveva denunciato il caporalato e lo sfruttamento nelle campagne.

Una deposizione dalla quale continua ad emergere il ruolo centrale di Mohammad Shoahib, 28 anni, indicato insieme ad Imran Muhammad Cheema, 41 anni come uno dei componenti del commando, oltre che personaggio chiave dell’inchiesta sui presunti casi di caporalato.

Secondo la deposizione resa davanti al gip Gigi Omar Modica i componenti del commando, prima di uccidere a coltellate Adnan, avevano bussato anche alla porta di casa sua, ma il teste non aveva aperto, salvandosi. Lo stesso teste ha rivelato pure che Shoaib lo aveva fatto sequestrare per costringerlo a versare 3mila euro a lui e agli altri componenti del gruppo di pakistani coinvolti nella vicenda del caporalato.

Proprio il fatto che Adnan avesse aiutato alcune vittime di sfruttamento a presentare denuncia sarebbe il movente del delitto. Il pakistano, proseguendo nella sua deposizione, ha aggiunto che parte dei miseri compensi guadagnati lavorando come bracciante finivano nelle tasche di Shoaib e degli altri.

Per il delitto Adnan sono indagati pure Shujaat Ali, 33 anni, Muhammad Nawaz, 32 anni, Muhammad Bilal, 22 anni, e Muhammed Sharjeel Awan, 21 anni, difesi dagli avv. Salvatore Baglio, Massimiliano Bellini, Giuseppe Dacquì, Vanessa Di Gloria, Rosario Di Proietto e Giuseppe Speranza.

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