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Macaluso: quell’ultimo comizio a Portella della Ginestra in cui invitò i giovani a impegnarsi

Redazione

Macaluso: quell’ultimo comizio a Portella della Ginestra in cui invitò i giovani a impegnarsi

Mar, 19/01/2021 - 12:54

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”Questa sarà forse la mia ultima presenza qui a PORTELLA. Volevo tornare qui oggi dove sono cresciuto politicamente”. Era il primo maggio del 2019 ed Emanuele Macaluso tenne il suo ultimo comizio davanti a una piccola folla che si era radunata a PORTELLA della Ginestra, in Sicilia, nel luogo in cui il primo maggio del 1947 la banda di Salvatore Giuliano sparò contro la folla radunata per la festa del Primo maggio, uccidendo 11 persone. All’epoca Macaluso era un giovanissimo dirigente della Cgil e terzo di una famiglia povera di Caltanissetta. E quel giorno, quasi due anni fa, ci voleva essere. Nonostante gli acciacchi, nonostante i problemi fisici. Parlò per quasi mezz’ora – interrotto diverse volte dagli applausi – di lavoro, lotta sociale, antimafia. ”La sinistra rischia di non capire più il senso delle lotte – disse -Mi sono formato politicamente e come uomo durante le lotte dei braccianti, degli zolfatari, degli operai, coltivando un rapporto umano con migliaia di lavoratori. Quando gli operai del Cantiere scioperavano per 40 giorni e gli zolfatari per 60 giorni, pensate che io di notte potessi dormire?”. ”Ho diretto l’organizzazione Pci, sono stato senatore e direttore dell’Unità, ma la mia nascita come persona è qui – disse emozionandosi – Per questo io, a 95 anni, voglio tornare a dirlo ai giovani. Badate che se non unite l’Europa, e se la sinistra non capisce che la questione sociale dovrebbe essere ragione della sua esistenza, non si va avanti”. Poi parlò della questione sociale: “a volte è stata cancellata anche da governi di centrosinistra che non hanno riconosciuto nemmeno il sindacato come interlocutore”. 

 In quell’occasione invitò i giovani a impegnarsi politicamente, a lottare e a testimoniare il proprio impegno con la “militanza quotidiana”. Proprio come Pio La Torre, suo compagno di viaggio. “La questione sociale a volte è stata cancellata anche da governi di centrosinistra che non hanno riconosciuto nemmeno il sindacato come interlocutore, come colui con cui fare i conti. Che significa che bisogna fare i conti col mondo del lavoro – disse ancora – Nel 1947 c’era ancora l’unità sindacale, che poi si è rotta dopo il 1948. Bisogna lavorare all’unita del sindacato. Mi fa piacere che Landini abbia posto con forza questo problema. Bisogna dire ai lavoratori che per incidere su una situazione politica grave, gravissima, in cui la destra ha ripreso il manico del potere e lo esercita come lo esercita, oggi la forza organizzata del mondo del lavoro ha un ruolo fondamentale. il sindacato, purtroppo rimasto solo in questo, ha una responsabilità politica e di formazione delle coscienze e oggi il sindacato può incidere per contrastare processi politici pericolosi”. 

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