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Nel nisseno arrestato un uomo per un omicidio compiuto a Monza

Redazione 2

Nel nisseno arrestato un uomo per un omicidio compiuto a Monza

Mar, 13/10/2020 - 07:51

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All’alba di oggi i Carabinieri dei Nuclei Investigativi di Caltanissetta e Monza, al termine di una complessa attività investigativa, hanno notificato a Riesi un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Monza, a carico del 45enne di Riesi già agli arresti domiciliari.

L’accusa è quella di aver fatto parte dell’associazione mafiosa “Cosa Nostra” della “famiglia di Riesi ed essere stato, nel 2013 a Muggiò (in Provincia di Monza e Brianza), esecutore materiale di un omicidio volontario e occultatore di cadavere.

La vittima, il cittadino albanese 41enne Lamaj Astrit era scomparso nel gennaio 2013 da Genova ed è stato ritrovato il 15 gennaio 2019 in un pozzo adiacente un appartamento in ristrutturazione a Senago.

Le indagini sulla scomparsa, coordinate dalla Procura della Repubblica di Monza, hanno avuto una svolta con le dichiarazioni rilasciate da un collaboratore di giustizia nell’ambito di un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta e rappresentano lo stralcio di un procedimento penale che ha visto coinvolti altri 5 coindagati, già destinatari, nel marzo 2019 e per gli stessi fatti, di una precedente ordinanza di custodia cautelare. Senza il contributo di queste dichiarazioni, probabilmente, non sarebbe mai stato individuato il pozzo artesiano né trovati i resti della vittima.

Il movente dell’omicidio pare sia legato a un furto di gioielli legato a questioni sentimentali. Dalle indagini è emerso che a commissionare l’omicidio potrebbe essere stata una donna di 64 anni, commerciante di gioielli che, all’epoca dei fatti, secondo la ricostruzione degli inquirenti, era stata derubata e lasciata dalla vittima, con cui aveva intrattenuto una relazione sentimentale.

Oltre alla donna, all’epoca erano stati fermati altri tre uomini, tutti italiani, con l’accusa di aver ucciso la vittima, murandola in un pozzo artesiano. Gli arrestati erano tutti risultati legati alla criminalità organizzata: la donna era stata fermata vicino all’aeroporto di Genova.

L’indagato, per il giorno dell’omicidio, aveva già provveduto a crearsi un falso alibi coinvolgendo un ignaro socio in affari comunicandogli che, in quella data e orario, doveva recarsi all’ufficio postale. Motivazione poi
risultata falsa.

Foto: archivio

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