Salute

Caltanissetta, covid 19: 10mila tamponi ai rientrati dal Nord

Giuseppe Scibetta - La Sicilia

Caltanissetta, covid 19: 10mila tamponi ai rientrati dal Nord

Gio, 04/06/2020 - 10:21

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Non è ancora finita: non c’è più infatti il divieto di mobilità tra le regioni e non è più obbligatorio fare il periodo di isolamento di due settimane al momento in cui si rientra nelle proprie città, ma rimane fondamentale l’obbligo dell’osservanza delle misure di contenimento del contagio, ed in particolar modo quello di avere la disponibilità che ciascuno dovrà tenere sempre appresso ed usare quando viene meno il distanziamento interpersonale»: è quanto ha voluto ricordare ieri il dott. Benedetto Trobia nel primo giorno in cui si è dato alle persone – dopo quasi 110 giorni di “confinamento” imposto dal coronavirus – la libertà di muoversi.

«La prudenza non è mai troppa, e va messa in atto anche nell’immediato futuro poiché i rischi permangono…», aggiunge il sanitario che è uno dei responsabili dell’équipe costituita dai componenti della direzione strategica dell’Asp nei primi giorni di marzo per fronteggiare l’epidemia. «Ed è anche in quest’ottica che noi stiamo continuando a fare i tamponi a coloro i quali sono rientrati da almeno due settimane da altre regioni. Quanti ne abbiamo effettuati sino ad ora? Circa diecimila in tutto, mille dei quali ai rappresentanti delle forze dell’ordine in servizio nella nostra provincia ed altri tremila circa di persone arrivate dal nord, i cosiddetti “geografici”.

In questa circostanza al “Sant’Elia” stiamo utilizzando un macchinario che ci è stato messo a disposizione dall’assessorato regionale alla Salute e che ci consente di fare, “leggere” ed avere l’esito di tanti tamponi, che possono arrivare sino a 400 tamponi in un solo giorno. Una apparecchiatura che si sta rivelando utile e che potrebbe risultare essenziale nel caso in cui nel frattempo dovessimo trovare dei casi positivi e quindi estendere immediatamente i “test” alle persone che potrebbero essere state contagiate; tra questi ci possono essere anche familiari, colleghi od amici i quali, a seconda delle situazioni, devono fare il tampone per verificare se ci saranno eventuali altri casi di contagio.

Molta attenzione infine viene riposta anche alle persone che potrebbero essere asintomatici positivi e quindi, senza saperlo, essere in grado di contagiare altre persone». Intanto anche ieri sono continuati i “test” con i tamponi che vengono effettuati ai “geografici” nella sede del poliambulatorio di via Malta e dove ne sono stati fatti una ottantina in tutto. A fare la fila si sono ritrovate così tante persone interessate, che sono state assistite dal dott. Calogero Liotta e dai due volontari della Croce Rossa, Danilo Tisa e Serena Minnella.

«Sino alle ore 11,30 abbiamo fatto 51 test – racconta il medico originario di Favara, assunto assieme ad altri specializzandi a tempo determinato per dare una mano ai sanitari del “Sant’Elia” – cosa dicono le persone che fanno i tamponi ? Raccontano che avevano un grande desiderio di tornare a casa, del bisogno di ricongiungersi con i loro affetti più cari in un periodo di grande preoccupazione dettata dall’emergenza del coronavirus. Nella maggior parte dei casi i tamponi che stiamo facendo riguardano giovani che studiano fuori dalla Sicilia persone che lavorano al nord…. I risultati degli esami gli interessati lo avranno comunicato a casa entro i prossimi quattro giorni, e questo perché i tamponi per i “geografici” vengono spediti a Palermo».

C’è chi si lamenta per la eccessiva attesa che è costretto a sostenere prima di effettuare il test: «E’ due ore che aspettiamo sotto il sole ed in macchina per rispettare il turno – borbotta Francesco Capizzi – perché non creare una postazione supplementare e, ancora, perché, questa fila non farla fare in una zona meno transitata?». «Ieri si è trattato di un giorno particolare – ha poi spiegato il dott. Benedetto Trobia – perché si sono cumulate molte convocazioni, e ciò in conseguenza del “ponte” registrato nei giorni scorsi. Un piccolo contrattempo occasionale che comunque non dovrebbe ripetersi più, poiché di questi tamponi fatti ai “geografici” della nostra provincia ormai ne rimangono non più di 200- 300 al massimo…».

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