Salute

Coronavirus, possibile ritorno a casa per alcuni boss mafiosi

Redazione

Coronavirus, possibile ritorno a casa per alcuni boss mafiosi

Mer, 22/04/2020 - 11:28

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L’emergenza Coronavirus potrebbe consentire ad alcuni storici capimafia oggi in carcere, detenuti in regime di 41 bis, di tornare in libertà. Il primo a vedersi aprire le porte della cella, secondo quanto pubblicato da L’Espresso, è stato il boss palermitano 78enne Francesco Bonura per il quale il giudice di sorveglianza del tribunale di Milano ha concesso gli arresti domiciliari. “Considerato uno dei boss più influenti – si legge nell’articolo -, condannato definitivamente per associazione mafiosa a 23 anni”. “Il giudice di sorveglianza ha concesso gli arresti in casa sostenendo i motivi di salute per Bonura, sottolineando ‘siffatta situazione facoltizza’ il magistrato ‘a provvedere con urgenza al differimento dell’esecuzione pena’. Ed escludendo il pericolo di fuga lo ha inviato a casa a Palermo, dove gli ha prescritto che ‘non potrà incontrare, senza alcuna ragione, pregiudicati’ e inoltre, ‘lo autorizza’ ad uscire da casa, ogni volta che occorrerà ‘per motivi di salute’ anche dei familiari.

Il possibile “liberi tutti” ad alcuni pericolosi boss è legato alla circolare inviata lo scorso 21 marzo dal Dap a tutti i direttori delle carceri, in cui li invita a “comunicare con solerzia all’autorità giudiziaria, per eventuali determinazioni di competenza”, il nominativo del detenuto, suggerendo la scarcerazione, se rientra fra le nove patologie indicate dai sanitari dell’amministrazione penitenziaria, ed inoltre, tutti i detenuti che superano i 70 anni, e con questa caratteristica sono 74 i boss che oggi sono al 41 bis. Fra loro Leoluca Bagarella (braccio destro di Totò Riina), i Bellocco di Rosarno, Pippo Calò, Benedetto Capizzi, Antonino Cinà, Pasquale Condello, Raffaele Cutolo, Carmine Fasciani, Vincenzo Galatolo, Teresa Gallico, Raffaele Ganci, Tommaso Inzerillo, Salvatore Lo Piccolo, Piddu Madonia, Giuseppe Piromalli, Nino Rotolo, Benedetto Santapaola e Benedetto Spera.

Nelle scorse settimane, sempre per l’emergenza Covid19, è stato posto agli arresti domiciliari dai giudici della corte d’assise di Catanzaro, Vincenzino Iannazzo, 65 anni, ritenuto un boss della ‘ndrangheta. Sempre con la motivazione dell’incompatibilità carceraria, attende di andare a casa anche lo storico capomafia catanese Benedetto “Nitto” Santapaola.

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