Salute

Conte: nella fase 2 mascherine per tutti e riaperture omogenee in tutta Italia

Barbara Fiammeri - ilsole24ore.com

Conte: nella fase 2 mascherine per tutti e riaperture omogenee in tutta Italia

Mer, 22/04/2020 - 09:59

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Il presidente del Consiglio spiega in Parlamento i 5 assi per la fase 2: distanziamento sociale e mascherine; potenziamento di servizi di prevenzione e rsa; Covid Hospital in tutte le Regioni; tamponi e test sierologici; teleassistenza e mappatura dei contagi con la App Immuni

«Stiamo elaborando un programma di progressive riaperture che sia omogeneo su base nazionale e che ci consenta di riaprire buona parte delle attività produttive e anche commerciali tenendo sotto controllo la curva del contagio», ha detto Giuseppe Conte in Parlamento elencando i 5 assi del piano sanitario che verranno resi noti nel dettaglio nei prossimi giorni e che sono: distanziamento sociale e mascherine; potenziamento di servizi di prevenzione e rsa; Covid Hospital in tutte le Regioni; tamponi e test sierologici; teleassistenza e mappatura dei contagi con la App Immuni.

Contributo “determinante” all’elaborazione di questo programma dovrebbe fornirlo anche la relazione di Vittorio Colao. L’ex ad di Vodafone ieri ha tenuto una lunga riunione in videoconferenza con gli altri esperti del gruppo di lavoro e oggi è intenzionato a inviare a Palazzo Chigi la relazione contenente le prime indicazioni che saranno messe sul tavolo della Cabina di regia con le Regioni e gli enti locali. Anche questa dovrebbe tenersi oggi ma non è improbabile uno slittamento a venerdì (domani c’è il Consiglio europeo e quindi è escluso).

Proprio dalle indicazioni di Colao arriverebbe anche la conferma che la ripartenza avverrà in modo differenziato e graduale. Ma – come ha detto il premier – allo stesso tempo “omogeneo”, ovvero seguendo delle linee guida valide per tutti, o meglio per tutte le Regioni. «Dobbiamo procedere a un allentamento del regime attuale delle restrizioni e fare il possibile per preservare l’integrità del nostro tessuto produttivo. Il motore del Paese deve avviarsi ma sulla base di un programma ben strutturato», ha confermato ieri Conte in Senato.

Le attuali restrizioni resteranno in vigore fino al 3 maggio. Questo non esclude, però, che alcuni settori possano ricominciare a produrre già dalla prossima settimana. Tra gli strumenti che verranno utilizzati per concedere il via libera ci sarà certamente il documento messo a punto dall’Inail e approvato dal Comitato tecnico scientifico che elenca gli indici di rischio per tutti i codici Ateco. Di fatto si tratta di una sorta di guida che assegna un punteggio tenendo conto di tre criteri: esposizione al virus, prossimità dei lavoratori, aggregazione. A superare l’esame, ad avere cioè un indice di rischio medio-basso sono alcuni comparti importanti come l’automotive, la moda e quindi tessile e abbigliamento, ma anche metallurgia e siderurgia, le costruzioni. L’indice di rischio però è solo una delle condizioni.

Determinante ovviamente sarà il rispetto dei protocolli di sicurezza messi a punto dalle parti sociali (dal termoscanner alla sanificazione degli ambienti, alla dotazione dei dispositivi di sicurezza a partire da guanti e mascherine). Ma anche da quelli che devono assicurare le Regioni chiamate a loro volta a garantire ad esempio una adeguata presenza di Covid hospital, che saranno peraltro stabilizzati nel prossimo decreto Aprile, di trasporti pubblici e piani mobilità che evitino assembramenti ecc.

22 aprile 2020

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L’obietttivo resta sempre quello di mantenere il più alto grado di sicurezza che significa anche poter immediatamente spegnere eventuali nuovi focolai. Un approccio che piace anche al Comitato tecnico scientifico che nei giorni scorsi ha spinto molto affinché il Governo mantenesse un atteggiamento molto prudente, contrastando quanti lasciavano intendere a una ripresa della normalità dal 4 maggio in poi.

Sarà lo stesso premier a indicare le nuove linee guida, probabilmente durante il week end. Il premier ha anticipato che si terrà conto delle “peculiarità territoriali”. Quindi la fase 2 avrà certamente delle prescrizioni generali – ad esempio l’obbligo di mascherine, il distanziamento, le regole per usufruire del trasporto pubblico – ma alcuni divieti come quello di non poter passeggiare o di non lasciare il comune di residenza, potrebbero essere cancellati in quelle zone dove la linea del contagio si è drasticamente ridotta.

Lo stesso varrà per le riaperture delle altre attività produttive, commerciali e dei servizi (per i ristoranti si prevede il via libera solo per l’asporto), che saranno a loro volta regolate seguendo sempre il criterio del rischio contagio (le attività e la somministrazione di cibi e bevande all’aperto potrebbero partire prima)e in relazione alla situazione del territorio. Che non è stabile. Può migliorare ma anche peggiorare e il Governo e le Regioni devono essere quindi pronti a intervenire ladovve sarà necessario perché le probabilità di ritorni di fiamma del virus sono dati per scontati.

Di qui la necessità ineludibile, secondo il commissario Domenico Arcuri, di rendere quanto prima operativa la App Immuni che consentirà di “tracciare” i movimenti e i contatti dei futuri contagiati per poter intervenire in tempo reale. Conte ha confermato che non sarà obbligatoria, che non ci saranno penalizzazioni per chi non la scaricherà e verrà garantita la privacy e la sicurezza dei dati.

Ma soprattutto il premier ha accolto le critiche tanto dei partiti di maggioranza che del centrodestra garantendo che ci un coinvolgimento “pieno e stringente” del Parlamento. Analoga rassicurazione era arrivata dal ministro della Sanità Roberto Speranza nell’incontro con i capigruppo parlamentari. Probabile a questo punto che la App venga inserita nel decreto Aprile, in modo che sia già in vigore quando entreremo nella fase 2.

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