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Anche in America festeggiamenti  per la Madonna dei Miracoli. Ha concelebrato il mussomelese mons. Gaetano Canalella

Carmelo Barba

Anche in America festeggiamenti  per la Madonna dei Miracoli. Ha concelebrato il mussomelese mons. Gaetano Canalella

Mar, 10/09/2019 - 10:35

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MUSSOMELI – Anche nella lontana America, la devozione nei confronti della Madonna dei Miracoli non manca da parte degli emigrati mussomelesi ed i loro discendenti. Sia gli emigrati del secondo dopoguerra e gli anni 70 e 80, e ben quattro generazioni di italo-americani di origini mussomelesi, hanno festeggiato la loro Regina e Patrona. Come ogni anno, la messa solenne celebrata nella chiesa Italiana di S. Antonio da Padova, era preceduta col canto della Ninnareddra, cantata ogni anno sin dagli inizi della festa solenne che risale al 1930 (anche se i primi emigrati hanno fatto celebrare una messa in onore della Beddra Matri dal 1902) e all’offertorio il canto della Regina Pietosissima, cantato quest’anno per la prima volta a Buffalo. La messa è stata presieduta da Don Calogero Amico, novantenne e figlio degli primi emigrati , e concelebrata dal prete mussomelese Mons. Gaetano Canalella, parroco della Cattedrale di Caltanissetta, che hanno predicato in inglese ed in italiano, Don Michele Zuffoletto, parroco (di origine vallelunghese) di S. Antonio, ed un sacerdote tanzaniano, Don Narciso Katambe, ospite della parrrocchia. Dopo la messa festiva, i partecipanti si sono spostati in una sala nel vicinato della parrocchia per il pranzo con della musica italiana e diversi interventi. Dice Mons. Canalella, venuto già a Buffalo per la festa della Madonna nel 2001 con l’allora vescovo Mons. Alfredo Maria Garsia: “Una grande gioia ed una grande meraviglia ho provato incontrando tanti mussomelesi mentre entravano in chiesa, molti di questi avanti negli anni. Qualcuno mi ha riconosciuto, si ricordava della mia famiglia, dei miei genitori e di me bambino, ma la meraviglia più grande è stata quella di vedere questo miracolo continuo di un seme che è stato posto in tempi lontanissimi, e che a distanza di oltre un secolo resiste fortemente nel cuore dei mussomelesi che magari non sanno più la lingua italiana ma parlano della Madonna dei Miracoli di Mussomeli. Un sentimento, una devozione, una fede che resiste al tempo ed alle intemperie della secolarizzazione, suscitando ancora in loro emozioni di fede. Ho raccomandato durante il breve pensiero dell’omelia di non scoraggiarsi di fronte alle difficoltà, ma di affidarsi sempre a Dio, che come dice la colletta della messa di questa domenica, sa come a stento ci raffiguriamo le cose terrestri e con quale maggiore fatica possiamo rintracciare quelle del cielo. Dio conosce le nostre fragilità e se noi ci affidiamo a Lui, e Gli chiediamo la sapienza dello Spirito, non manca di sostenerci e di proteggerci. Da parte nostra dobbiamo sapere portare la nostra croce, mettere Dio al primo posto, seguendo Gesù prima di ogni cosa, anche negli affetti più cari per poterli meglio apprezzare e valorizzare.”

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