Salute

“E sedutosi … li ammaestrava”: Vi do la mia pace (di don Salvatore Callari

Don Salvatore Callari

“E sedutosi … li ammaestrava”: Vi do la mia pace (di don Salvatore Callari

Lun, 27/05/2019 - 07:40

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La nostra partecipazione alla liturgia domenicale deve segnare un momento di utilità spirituale. Non è solo per soddisfare ad un precetto della Chiesa e basta: deve essere un momento di incontro con il Signore, con un tocco personale nella preghiera, con una attenzione consapevole alla Parola che ci viene annunciata e provare il gusto gradevole della fraternità vissuta in comunione con i fratelli.
Ciò significherebbe entrare nella vita dello Spirito che anima l’assemblea dei fedeli. Vogliamo cogliere allora alcuni punti della liturgia di oggi che , se sono un po’ difficili da capirsi e da realizzare sono tuttavia richiamo essenziale per la vita cristiana. Scegliamo di riferirci solo al Vangelo . Gesù continua il suo discorso di addio ai discepoli e ricama ancora su concetti già espressi e in particolare aggiunge una “ comunicazione” sullo Spirito Santo. Noi invochiamo,il Signore non facendo distinzione: il Signore è Trinità. Noi non rileviamo dettagliatamente la presenza del Padre, o del Figlio e assai meno ancora evidenziamo la presenza dello Spirito Santo Però Gesù ci dice quanto è importante la sua azione nella Chiesa e nei singoli fedeli. Egli porterà a compimento completo la missione di Gesù. “ Egli vi insegnerà ogni cosa, vi farà ricordare tutto quello che vi ho detto” ( E’ ovvia la necessità di farsi,umili e attenti ascoltatori di tale Maestro ) Gesù offre elementi di garanzia: “ Egli prenderà del mio”, sarà quindi una continuazione. Non è da intendersi “ come voce alternativa” . Gesù può ben dire, come diceva del Padre, siamo una cosa sola. Ma quello che brilla di più, come luminoso annuncio è “ Egli vi guiderà alla conoscenza della verità tutta intera ”Vi farà comprendere meglio il mio insegnamento, vi dirà quello che io non vi ho potuto dire; farà maturare la vostra fede. Interessante è, ancora, il richiamo che fa su due punti del suo Vangelo , che intende come personalizzare, come segno distintivo, quasi una parola d’ordine, la parola chiave, il precetto fondamentale. “ Questo è il mio comandamento :” amatevi come vi ho amati io “ E poi ancora “ io vi lascio la pace , vi do la mia pace, una pace diversa da come l’intende il mondo”. Pace che non è soltanto assenza di guerra, oppressione,supremazia, dominio, ciò non basta; la mia è la pace dei cuori, il frutto dell’amore sincero, nella semplicità dei modi, nella schiettezza della reciproca accoglienza. Comunione senza barriere, senza ombre né sospetti o pregiudizi o sottintesi che turbano la pace e avvelenano i rapporti. “Amatevi a vicenda e vivete nella mia pace.

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