Salute

“E sedutosi … li ammaestrava” : Un uomo aveva due figli. (di don Salvatore Callari)

Don Salvatore Callari

“E sedutosi … li ammaestrava” : Un uomo aveva due figli. (di don Salvatore Callari)

Lun, 01/04/2019 - 07:55

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E’ la quarta domenica di quaresima e  la Pasqua è ormai vicina. La Chiesa ci ricorda con insistenza di prepararci a celebrare  degnamente la Pasqua e ciò vuol dire disporre il nostro spirito  ad accogliere con esultanza interiore la rinnovata novità della Risurrezione di Gesù.  Non dovremmo restare  pressoché  inerti , nell’attesa,  ma dare prova, con segni evidenti , della nostra fede  che trova in Cristo e nella sua resurrezione, in particolare, il motivo più valido e profondo della nostra gioia cristiana.  Sappiamo  che è la liturgia che nutre e sostiene il nostro impegno, i nostri propositi. E però è ovvio che bisogna seguirla, ascoltandola con attenzione e amandola e vivendola. La liturgia di questa domenica è densissima di contenuti, di ammaestramenti, adatti, se siamo sensibili, ad avvincerci spiritualmente e farci gustare  “ con la delizia del cuore “ la bontà del Signore. Prima di fare  una pur breve riflessione sulla pagina del Vangelo, voglio  spigolare  ed evidenziare alcune frasi che, anche se non collegate in unico discorso, hanno  una  fortissima  valenza, suggestiva, e convincente. Dalla prima lettura : “ Oggi ho allontanato da voi l’infamia di Egitto “ Dal salmo : “ Il Signore è vicino a chi lo cerca ( con cuore sincero )” ed anche “ Questo povero grida  e il Signore lo ascolta”.  Dalla seconda lettura “  Dio ci ha riconciliati con sè mediante Cristo” Si può restare  insensibili dinanzi a queste affermazioni ? Ma il centro essenziale  del messaggio odierno viene dalla Parabola , da sempre chiamata e da tutti conosciuta come la “Parabola del figliol  prodigo” . “ La parabola per la profondità e grandezza del suo pensiero, e per la bellezza della forma viene considerata  la perla tra tutte le parabole  di Gesù”. Però da tempo viene denominata  “La parabola del Padre misericordioso” ed è a lui che dobbiamo rivolgere la nostra attenzione. E’ lui il protagonista ed è dal suo comportamento che nasce la sublime  verità: “la infinita misericordia di Dio” Sarebbe delizioso rilevare tutti i particolari che ci fanno scoprire l’amore di Dio ( simboleggiato dal  padre della parabola) che perdona, che fa festa , che dimentica il peccato del figlio e gioisce per il suo ritorno.  Quale più efficace incoraggiamento, per chiunque voglia rinnegare un passato di colpe e ritornare al Signore con una sincera conversione ? Come è edificante  il pentimento del giovane dissoluto. : “ Mi alzerò e andrò da mio padre e dirò : Padre ho peccato !.”

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