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Caltanissetta, liceo scientifico “A. Volta”: cyberbullismo, studenti incontrano polizia

Redazione

Caltanissetta, liceo scientifico “A. Volta”: cyberbullismo, studenti incontrano polizia

Ven, 22/02/2019 - 17:39

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CALTANISSETTA – Un interessante incontro sul cyberbullismo si è tenuto il 16 febbraio all’IIS “Volta”, organizzato dalla professoressa Alessandra Giunta,  referente d’istituto per il bullismo ed il cyberbullismo.

Il sovrintendente  Giovanni Fasciana della Polizia postale, coordinatore delle province di Agrigento e Caltanissetta, con l’assistente  capo Benedetto Schembri, nell’ambito di un progetto informativo sui rischi e sui termini del reato di cyberbullismo della polizia di Stato, hanno incontrato i ragazzi di primo anno dell’Istituto. Tale incontro rientra nelle iniziative dell’Istituto volte a prevenire comportamenti legati al fenomeno del bullismo e del cyberbullismo e a promuovere una riflessione sulle tematiche della sicurezza on line. Le classi hanno potuto conoscere in modo completo un mondo nel quale sono immersi e che vivono nella loro quotidianità in modo del tutto inconsapevole: il mondo dei social, con i rischi ad esso connessi.

Del vastissimo e incognito iceberg costituito da internet e dai social il cyberbullismo costituisce solo la punta. Si parla spesso dei ragazzi delle nuove generazioni definendoli “nativi digitali”, “generazione X” e “Y generation”, racchiudendo in questa terminologia la presunta dimestichezza nell’utilizzo di un universo estraneo agli adulti, costituito da sistemi di comunicazione basati sulle nuove tecnologie. In realtà le menti dei ragazzi sono del tutto impreparate ad affrontare questo mare magnum e gli adulti, genitori, insegnanti, educatori lo sono ancor meno, trincerati dietro le nostalgie e i ricordi di una giovinezza che si accontentava di altro.

I due funzionari della Polizia con la loro competenza e la loro esperienza sul campo si sono rivolti ad essi, porgendosi come “amici”, unici insieme ai loro genitori in grado di offrire le giuste risposte o le eventuali vie d’uscita in caso di disavventure, in cui facilmente un ragazzo potrebbe inciampare. Dopo aver mostrato ai ragazzi due video spot della polizia postale, per far comprendere agli studenti le dinamiche di cui si serve il cyberbullismo, hanno chiarito i termini di questo grave “reato”, di cui ci si può macchiare anche per inconsapevolezza o ignoranza. Basta anche un solo “like”, gesto che con leggerezza spesso viene fatto anche soltanto per mostrare simpatia verso chi posta video o foto, per incorrere nell’accusa di complicità o concorso in reato.

Attraverso alcuni racconti di esperienze verificatesi nel territorio nisseno hanno informato i ragazzi sui reati connessi al cyberbullismo: estorsione, minacce, diffamazione, istigazione al suicidio e soprattutto una moda che fa registrare una preoccupante diffusione tra le ragazzine: quella del sex think selfie. Secondo questa nuova usanza molte ragazzine inviano selfie sempre più disinibiti, spesso ingenuamente indirizzati ai propri fidanzatini ed è per questo che tale moda si può trovare legata anche con il reato di detenzione di materiale pedopornografico. I due investigatori inoltre si sono soffermati sulle condanne che si rischiano con il reato di cyberbullismo e quelli ad esso connessi, per stimolare nei ragazzi riflessioni e soprattutto maggiore consapevolezza nell’uso dei social.

Interessante la seconda parte dell’incontro, che ha dato spazio alle domande degli studenti. Si è parlato ad esempio di Deep web, pericolosa rete occulta utilizzata di ogni forma di “malavita organizzata”.

L’incontro è stato formativo, per le informazioni sicuramente spendibili nella realtà in cui siamo immersi. Dum Romae luquuntur Saguntum expugnatur: mentre ci si dimena tra condanne, elogi  , demonizzazioni e osanna del web, di internet dei cellulari, nel frattempo tutti questi strumenti sono entrati a far parte della vita quotidiana, stravolgendola. Arroccarsi su posizioni anacronistiche, vietando in titaniche lotte l’uso di cellulari o Ipad, non aiuta semmai porterebbe a nascondere il problema. Informarsi, conoscendo rischi per evitarli, per un uso corretto, maturo ed equilibrato di questi nuovi strumenti sembra essere l’unica strada da percorrere.

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