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Razzismo in Sicilia, senegalese picchiato: PM, “Timori per la sua incolumità”

Redazione

Razzismo in Sicilia, senegalese picchiato: PM, “Timori per la sua incolumità”

Lun, 30/07/2018 - 17:13

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PALERMO  – “Ve ne dovete andare dal nostro Paese Non fanno nulla… Negri di merda”. Sono gli insulti che i picchiatori hanno rivolto al giovane senegalese, Khalifa Dieng, 19 anni, ospite di un centro per richiedenti asilo a Partinico, e da lui stesso riferite stamattina ai pubblici ministeri della Procura della Repubblica di Palermo che lo hanno voluto sentire. Dieng – con un cerotto all’orecchio sinistro – era accompagnato da una responsabile della comunita’ dove vive. Giunto in Italia con un barcone nel 2016, il senegalese parla perfettamente italiano e ora ha paura. Nessuna lacrima ma il timore che la sua denuncia possa ritorcersi contro di lui e’ forte. Gli inquirenti hanno ricostruito la dinamica dei fatti. L’aggressione avviene giovedi’ sera a Partinico. Dieng e un’altra persona che lavora al centro Sympatheia dov’e’ alloggiato escono in bici alla ricerca di un migrante non rientrato. Passano da piazza Santa Caterina, si fermano nei pressi di un bar e qui vengono prima apostrofati in malo modo, poi insultati, infine aggrediti. La persona che accompagna Dieng e’ italiana e di carnagione bianca.

Il senegalese non reagisce ai primi schiaffi anzi dice: “Io non vi manco di rispetto perche’ voi si?”: E poi – secondo quanto ha riferito – si aggiungono altri che lo picchiano alle spalle. A quante pare alcune persone sarebbero intervenute per sedare la rissa, con poco successo. Comunque, quando arrivano i carabinieri e’ tutto finito.
La prognosi per Dieng e’ di sette giorni, il senegalese ha sporto formalmente denuncia sabato. I carabinieri di Partinico, ieri, hanno individuato e denunciato, a piede libero, uno degli aggressori, Gioacchino Bono, 34 anni, accusato di lesioni aggravate da odio razziale, minacce e diffamazione. La Procura di Palermo sta coordinando le indagini, non escludendo l’emissione di un provvedimento cautelare per il rischio di reiterazione del reato. Secondo i Pm sarebbe necessario attivare un sistema di tutela per il giovane senegalese. I magistrati stanno rivendendo tutte le ricostruzioni effettuate dai militari dell’Arma. Si cercano ulteriori elementi per individuare gli altri componenti del “branco”. E si cercano, oltre ai testimoni, anche eventualmente immagini catturate da impianti di videosorveglianza piazzate nella zona.
Le indagini sono coordinate dal procuratore aggiunto Marzia Sabella e dai sostituti Alessia Sinatra e Calogero Ferrara.