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Mafia, smantellato clan Brancaccio: 34 arresti, sigilli a 60 milioni

Redazione

Mafia, smantellato clan Brancaccio: 34 arresti, sigilli a 60 milioni

Mer, 19/07/2017 - 07:52

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Un blitz su vasta scala scattato nel territorio dei boss Graviano e nel giorno del 25esimo anniversario della strage di via D’Amelio

PALERMO – Smantellato il potente clan mafioso di Brancaccio. Trentaquattro le persone arrestate da polizia di Stato e Guardia di finanza di Palermo, in esecuzione di un provvedimento emesso dal Gip, nell’ambito di indagini coordinate dalla locale Direzione distrettuale antimafia in Sicilia, Toscana, Lazio, Puglia, Emilia Romagna e Liguria. Le misure cautelari sono state eseguite nei confronti dei maggiori esponenti del mandamento, con il sequestro di numerose aziende, per un valore complessivo di circa 60 milioni di euro.
Tra i destinatari della custodia cautelare in carcere spicca Pietro Tagliavia, capo del mandamento mafioso di Brancaccio e della cosca di “Corso dei Mille”, attualmente ai domiciliari. Un blitz su vasta scala scattato nel territorio dei boss Graviano e nel giorno del 25esimo anniversario della strage di via D’Amelio.
Le investigazioni, eseguite in stretto coordinamento dalla Squadra Mobile e dal Gico del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo, hanno consentito di fare luce su numerosi episodi di minacce, danneggiamento, estorsione, furto e detenzione illegale di armi da parte di esponenti della cosca di Brancaccio, nonche’ di ricostruire l’intero organigramma dei clan appartenenti al mandamento, definendo ruoli e competenze, e, in particolare, individuando gli elementi di vertice.
L’indagine ha altresi’ permesso di dimostrare il totale controllo, da parte dell’associazione, di un “gruppo imprenditoriale”, distribuito su diverse Regioni ma particolarmente radicato in Sicilia e Toscana. Nel corso delle operazioni, la Polizia di Stato e la Guardia di finanza hanno proceduto al sequestro di numerosi veicoli e autoveicoli utilizzati per la commissione dei reati contestati, nonche’ delle aziende riconducibili agli esponenti mafiosi arrestati.

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