Salute

Campanile chiesa Santa Margherita salvato

Carmelo Barba

Campanile chiesa Santa Margherita salvato

Ven, 10/02/2017 - 11:44

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MUSSOMELI –  Settant’anni fa salvò il campanile della seconda e più antica chiesa di Mussomeli, ma di quel gesto lungimirante pochi oggi ne hanno memoria e tra questi ovviamente i familiari, in particolare la figlia Graziella Mingoia, docente in pensione. Stiamo parlando del signor Salvatore Mingoia Gervasi, un autentico benemerito quando dimenticato cittadino ante litteram amante dell’arte, come ci conferma  Giovanni Mancuso ideatore del seguitissimo sito “Mussomelesi nativi o di origine”.

“Era il primo dicembre del 1958 quando la ditta Mingoia eseguì la demolizione del campanile di Santa Margherita a seguito di ordine perentorio del Genio Civile di Caltanissetta, stante che lo stesso rischiava di crollare sui vecchi tetti delle abitazioni circostanti e provocare sfaceli nel quartiere allora pieno così di residenti. Il titolare della ditta Salvatore Mingoia-Gervasi ebbe però cura di conservare e far numerare man mano che li smontavano, tutti i pezzi in pietra intagliata. Ebbene quei pezzi conservati per ben 23 anni dentro la chiesa, poi furono riutilizzati per la  ricostruzione. E  questa fotografia –dice mostrandoci l’originale- servì appunto per la ricostruzione del campanile avvenuta tra dicembre 1981 e gennaio 1982”.

Di impianto trecentesco, la chiesa di Santa Magherita (quartiere madrice) fu la seconda chiesa di Mussomeli ad essere edificata dopo quella di San Giorgio. Fu però ricostruita all’inizio del ’700 dietro input del sacerdote Giuseppe Langela e fu sede della Compagnia dei Verdi Al suo interno si conservavano bellissimi stucchi appartenenti alla scuola del Serpotta, l’organo, il pulpito, la balaustra e i mobili della sacrestia in legno, ma l’umidità ha provocato sfaceli e la chiesa è chiusa al culto ed al pubblico da parecchi decenni.

Prima della sua scomparsa avvenuta nel 2008, era stato lo stesso signor Mingoia-Gervasi a ricordare che all’epoca, gli altri muratori delle pietre intagliate del campanile avrebbero voluto farne ben altro uso ed adoperarle come massicciata in strada. Ma lui si impose, per fortuna. In seguito salvò anche la più antica pietra del cimitero tutt’ora conservata sotto una lastra di vetro. Negli anni divenne imprenditore edile ma conservò sempre l’antica passione e si occupò con solerzia delle origini del nome dell’ospedale di Mussomeli, la cui esatta dicitura è “Maria Immacolata-Giacomo Longo”, dal nome del giovine nobile che lasciò i suoi averi per costruire un ospedale. produsse in tal senso un’ampia e documentata ricerca fu pubblicata a suo tempo su Progetto Vallone diretto dal prof Salvatore Vaccaro. Aveva fatto ricerche anche sulle origini delle Quarantore. La sua specialità insomma erano la ricerche storiche. Alla sua morte lasciò moltissimo materiale di ricerca per lo più misconosciuto. A lui il dott. Paolo Amico ha dedicato il premio Ager Sicanius-Mingoia Gervasi che viene assegnato durante le Giornate della Memoria. (FONTE: LA SICILIA R.M.)

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