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Mussomeli, al “Virgilio” si parla di “grani antichi”

Carmelo Barba

Mussomeli, al “Virgilio” si parla di “grani antichi”

Gio, 05/05/2016 - 14:28

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agrariaMUSSOMELI – Gli studenti dell’Istituto Agrario in convegno sui “Grani Antichi”,  tenutosi nelle settimane scorse presso l’Auditorium “Lillo Zucchetto”. L’evento ha  coinvolto e destato l’attenzione ed ha registrato una massiccia presenza, sottolineando così l’interesse verso il grano e l’agricoltura in generale. “La manifestazione organizzata – come si legge in un comunicato della scuola –  ha messo in evidenza che il grano può dar vita ad una crescita economica e culturale decisiva per lo sviluppo di tutto il territorio del Vallone. Ha aperto i lavori il Dirigente Scolastico, la dott.ssa Calogera Genco, che ha sottolineato la vocazione agricola del nostro territorio legato per cultura e  tradizione alla coltivazione del grano. Dopo avere fatto un rapido excursus storico-etimologico sul termine grano, la Dirigente ha evidenziato l’importanza dell’agricoltura nella storia dell’uomo come momento di passaggio alla civiltà. Infatti, “l’ agricoltura ha reso l’uomo libero e civile e oggi offre la speranza per il futuro”. Sono seguiti i saluti del Prof. Maurizio Palumbo, che ha voluto fortemente questo evento per sensibilizzare i giovani studenti dell’Istituto Agrario verso una tematica di grande  attualità.  Il viaggio alla scoperta delle caratteristiche delle varietà del grano è continuato grazie  al direttore Giuseppe Zaffuto dell’Azienda sperimentale “Sparacia” della Facoltà di Agraria di Palermo, che  ha offerto molti spunti di riflessione ai futuri giovani imprenditori agricoli, alle associazioni di categoria e ai tanti amministratori invitati,  focalizzando l’attenzione sui fattori che influenzano il mercato e sul tipo di grano che oggi trova una collocazione sia industriale che di “nicchia”. L’importanza di una giusta scelta qualitativa concorre certamente al raggiungimento di un prodotto che può incontrare la verticalizzazione in percorsi di filiera corta, puntando ad utilizzare grano da macina, prodotto in un territorio che eccelle per la salubrità delle produzioni.  Merita di essere menzionato l’intervento di Nello Blangiforti, funzionario della Stazione Consorziale Sperimentale di Granicoltura di Caltagirone, che si è  contraddistinta, a livello nazionale ed internazionale,  per il miglioramento genetico di cereali (frumento duro, orzo, triticale), al fine di ottenere varietà con rese quantitativamente e qualitativamente elevate, sempre più adatte agli stress ambientali tipici dell’ambiente caldo-arido, per il miglioramento genetico di leguminose, per il mantenimento di germoplasma siciliano di frumento e leguminose  di specie mediterranee. Il viaggio nel granaio della Sicilia, come lo definivano i Romani, continua con l’affascinante intervento di  Peppe Li Rosi, presidente dell’associazione “Simenza”, imprenditore agricolo di Raddusa da tre generazioni, che coltiva nella sua azienda quattro tipi di grano: il Timilia, lo Strazzavisazza, la varietà più antica di grano duro presente in Sicilia chiamato per questo anche settecentanni, il grano tenero Maiorca e il margherito dalle ottime caratteristiche panificatorie: grani che producono il 50 per cento in meno rispetto alle varietà moderne, ma con un bassissimo indice di glutine e per questo digeribili. «Il paradosso è che un indice di glutine che non è digeribile è detto ottimo, mentre un frumento digeribile viene descritto con glutine scarso – afferma Li Rosi – L’indice di glutine alto velocizza il processo di pastificazione, perché il grano può essere sottoposto a temperature di essiccazione molto alte, quindi serve all’industria, ma il nostro intestino non lo riconosce e comincia a produrre radicali liberi che causano mali che vanno dalle allergie ai tumori». A conclusione dell’incontro, ha espresso il suo parere l’On. Francesco Calanna, Commissario straordinario dell’ESA, il funzionario ha parlato dell’opportunità di creare una collaborazione tra i piccoli agricoltori e l’ESA, per dare ai lavoratori un sostegno e aumentare la coltivazione dei grani antichi. Con questo connubio, si può portare avanti l’obiettivo dell’agricoltura a km zero. Un altro argomento importante, messo in risalto dall’Onorevole Calanna, è quello della biodiversità, elemento che contraddistingue tutta la Sicilia; infatti nella nostra regione ci sono diverse produzioni di specialità uniche e dalle grandi virtù salutistiche. Alla fine del convegno è seguita una degustazione del pane di grano “tumminia”, di prodotti da forno preparati da alcuni sponsor di Mussomeli e di prodotti realizzati dagli studenti dell’agraria”.

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