SAN CATALDO. Un dibattito alquanto vivace in consiglio comunale quello registratosi in occasione dell’ultima seduta sul tema dell’Ipab Canonico Pagano. Alla seduta in consiglio erano presenti i dipendenti, il sindaco Giampiero Modaffari, il già dimesso presidente del Cda Michele Falzone, il direttore Claudio Giuffrè, il presidente del Consorzio di cooperative “Progetto Vita” di Caltagirone Pietro Biondi. In particolare, Michele Falzone ha ricordato che “il passaggio di consegne con il commissario straordinario regionale Lauricella è avvenuto nell’ottobre 2014: chiesi una relazione, un bilancio, una consistenza mobiliare ed immobiliare dell’ente, ma nonostante i solleciti non ho ricevuto risposte. Ad oggi, l’ente è distrutto e con 15 dipendenti nella disperazione. Essi vogliono solo lavorare: erano in una botte di ferro, se solo la coop avesse rispettato il contratto. Tra poco “festeggeremo” tre semestralità dovute. Non ero in carica al momento della stipula dell’accordo, poi ho avuto accesso agli atti: le intenzioni erano ottime, ma ho chiesto una conferenza dei servizi perché avevo dubbi sull’assegnazione in comando del personale, che poi si sono tradotti in una sanzione dell’Ispettorato del Lavoro: mi ritrovo ora con una pendenza di 36.600 euro e con un’indagine da fronteggiare. Non mi sento tutelato e gratificato da nessuno: il sindaco mi è stato vicino, ma non quanto speravo”. Il sindaco Giampiero Modaffari ha invece rilevato: “Abbiamo nominato il Cda, dopodiché il compito dell’amministrazione si esaurisce, in quanto non vi è un ruolo diretto. Non abbiamo mai fatto mancare vicinanza al Consiglio d’Amministrazione, per i solleciti alla coop per il pagamento dei dipendenti. Il nostro atteggiamento è stato trasparente, abbiamo tutta l’intenzione di riprendere l’attività dell’Ipab: testimonianza ne sia la nomina di un altro Cda a costo zero”. Il dott. Biondi: <<Presto si capì che l’Ipab era una montagna di debiti spaventosa e non aveva la minima capacità di affrontare gare d’appalto. Si potrebbe creare un’associazione di “vittime delle precedenti gestioni”: non pagavano luce da sei anni e un panettiere aveva presentato decreti ingiuntivi per 60.000 euro. Noi abbiamo liquidato oltre 84.000 euro per il periodo da febbraio 2014 a febbraio 2015, 56.000 euro fino a ottobre 2015; poi vi sono precetti per 98.000 euro, che possono arrivare anche fino a 170.000. Non è per niente vero che non paghiamo, abbiamo saldato debiti con persone che piangevano”. Il sindaco Giampiero Modaffari circa l’ipotesi di un assorbimento degli operatori Ipab al Comune ha ribadito: “Se il Consiglio comunale si assume la responsabilità, porti proposte e le approvi. Sulla vicenda Ipab ha preso posizione la dipendente Rosa Anna Cacciatore a nome degli altri dipendenti. Quest’ultima ha detto chiaro e tondo che i lavoratori e le loro famiglie, in questo momento, si sentono abbandonati. I lavoratori hanno fatto anche capire di non credere più a propsoettive di rilancio della struttura anche alla luce dei diversi tentativi che fin qui sarebbero andati a vuoto. I lavoratori hanno chiesto con forza l’estinzione giuridica dell’ente e l’applicazione delle legge regionale 22/1986, che prevede il passaggio al Comune del personale e dei beni mobili ed immobili dell’Ipab.

