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Caltanissetta. Assistente di volo sequestrato, tre condannati. “Fu estorsione”

Redazione

Caltanissetta. Assistente di volo sequestrato, tre condannati. “Fu estorsione”

Mar, 09/02/2016 - 11:30

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12712-2arresti_sequestro_stewardCALTANISSETTA – Arriva il verdetto sull’inchiesta sul presunto sequestro di uno steward di Caltanissetta al quale dovevano essere estorti soldi, parte dei quali in sterline. Oggi il giudice per le udienze preliminari David Salvucci ha condannato i tre imputati, sotto processo col rito abbreviato, che erano accusati di sequestro di persona a scopo estorsivo aggravato dal metodo mafioso. Ma il giudice, uscendo dalla camera di consiglio, ha riqualificato le accuse in estorsione aggravata per il commerciante nisseno Antonino Marcello Ferraro (condannato a 5 anni e 6 mesi di carcere, più al pagamento di una multa di 4.600 euro, a sinistra nella foto doppia) e il giovane collaboratore di giustizia Elia Di Gati, al quale sono stati riconosciuti i benefici previsti dalla legge per i pentiti ed è stato condannato a 1 anno, 8 mesi e 20 giorni più ad una multa da 400 euro. Accuse riqualificate per Eros Bruzzaniti (a destra, nella foto doppia), che è stato condannato per tentata estorsione seppur aggravata dalla metodologia mafiosa: 2 anni e 8 mesi e 2.234 euro, la condanna inflitta dal Gup al termine della camera di consiglio. La Procura aveva sollecitato condanne a 16 anni e 10 mesi ciascuno per Bruzzaniti e Ferraro e la pena a 3 anni e 8 mesi per il pentito Di Gati (difeso dall’avvocato Vania Giamporcaro)
Elia Salvatore Di Gati

Elia Salvatore Di Gati

La ricostruzione della pubblica accusa è stata messa in discussione dall’avvocato Dino Milazzo (legale di Bruzzaniti) e dall’avvocato Sergio Iacona, difensore di Ferraro, per i quali v’erano numerosi contrasti nel racconto dell’assistente di volo su come fosse stato prelevato e “trattenuto” affinché scucisse i soldi della buonuscita con la compagnia aerea.

 L’inchiesta della Squadra Mobile di Caltanissetta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia aveva portato all’arresto di Ferraro e Bruzzaniti – poi tornati liberi – perché accusati di aver partecipato al sequestro del’ex assistente di volo della Ryanair, un giovane di Caltanissetta che nel 2009 venne prelevato da una villetta di Xiboli dov’era in corso una festicciola. Fu il pentito Di Gati a raccontare l’episodio alla Squadra Mobile e ai magistrati quando decise di saltare il fosso, riferendo che quella sera insieme a Bruzzaniti e ad altri ragazzi lo costrinse ad andare a casa per consegnargli una somma di denaro – si è parlato di 5mila euro in parte in sterline – ottenuta dalla liquidazione del Tfr. Nino Ferraro entrò in una seconda fase, quando fu lo stesso steward a interpellarlo perché mediasse con Elia Di Gati, consegnandogli una parte dei soldi e un computer.

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