Salute

L’iniziativa: il Fatto Nisseno “recupera” il tricolore della corona omaggiata da Mattarella ai Carusi di Gessolungo. Il simbolo donato a Laura Zurli

Redazione

L’iniziativa: il Fatto Nisseno “recupera” il tricolore della corona omaggiata da Mattarella ai Carusi di Gessolungo. Il simbolo donato a Laura Zurli

Sab, 14/11/2015 - 23:09

Condividi su:

imageCALTANISSETTA – Grande emozione, poche parole, la sensazione “tangibile” di stringere tra le mani non soltanto il drappo presidenziale, ma un concreto simbolo per omaggiare suo padre, il compianto Mario Zurli. Laura ha ricevuto stamani, durante un blitz a sorpresa, in omaggio il drappo tricolore della presidenza della Repubblica con il quale Sergio Mattarella aveva reso omaggio ai Carusi nel cimitero di Gessolungo, durante la visita nel capoluogo nisseno del 26 settembre scorso.

A consegnargliela la redazione de Il Fatto Nisseno.

imageUna storia che merita di essere raccontata dettagliatamente. La nostra redazione il 16 ottobre, dunque tre settimane dopo la visita del Capo dello Stato, si era recata a Gessolungo per realizzare alcune scene da inserire nel cortometraggio della Vara all’Expo. Il sopralluogo era stato effettuato anche per capire se fosse il caso di inserire inserti relativi al quel luogo che commemora  la tragedia del 12 novembre 1861 in cui erano morte 65 persone, 19 bambini dagli 8 ai 14 anni. Ad un certo punto ci siamo accorti che, in un angolo, alle spalle del cippo marmoreo, giaceva per terra dimenticata e “infangata” la corona presidenziale. Sgomenti, dopo esserci interrogati del perché nessuno si fosse interessato a conservare quel simbolo pregno di significati, abbiamo deciso di prenderlo, lavarlo e consegnarlo a Laura Zurli, figlia di Mario. A quest’ultimo, presidente dell’Associazione Amici della Miniera, scomparso all’età di 79 anni, si deve la brillante idea del cimitero. Nativo di Passignano sul Trasimeno, in provincia di Perugia, si era trasferito a Caltanissetta nel1952. Funzionario tecnico imageamministrativo alle miniere di zolfo Juncio Tumminelli di Caltanissetta fino al 1964, poi a Gessolungo dal 1965 al 1967, fino al trasferimento all’Ente Minerario Siciliano di Palermo come Capo Servizio Direzione Affari Generali del Personale, e ancora dal 1968 al 1970 al Centro Operativo Tecnico Amministrativo nisseno, quindi alla miniera Giumentaro Capodarso, Gibellini dal 1976 fino alla chiusura di tutte le miniere. Autori di libri, si è battuto con ardore per mantenere viva la memoria dei minatori. E’ suo il  merito di aver pressato le istituzioni perchè realizzassero un cimitero alla memoria come quello dedicato ai carusi a Gessolungo. Da presidente dell`Associazione Amici della Miniera si è battuto tenacemente per portare avanti il progetto del Parco geominerario della Sicilia e per la bonifica della Miniera Trabonella.

Così oggi, a sorpresa, ci siamo recati all’Istituo Tecnico Industriale “Mottura”, scuola presso la quale Laura  Zurli svolge il ruolo di dirigente scolastico.

“Non ho parole, grazie. Voglio che questo tricolore, ciò che rappresenta, il valore dell’omaggio ai carusi, non rimanga confinato a casa mia. Realizzerò un quadro, in cui inserirlo e ne farò dono al museo minerario. Tutti dovranno apprezzarlo e vederlo”. Le raccontiamo l’intera vicenda che ascolta basita ed incuriosita. Soltanto alla fine, esclama: “Ma potevate prenderlo? Raccoglierlo da terra?”. Senza dubbio sì, un drappo che omaggia una parte importante della memoria storica del nostro territorio, un pezzo di Caltanissetta, non poteva rimanere in un angolo coperto dal fango e destinato a cadere nell’oblio.