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Il segretario regionale UIL Salvatore Pasqualetto: “Ripristinate l’autostrada Palermo-Catania, un atto di civiltà e di rispetto del popolo siciliano”

Redazione

Il segretario regionale UIL Salvatore Pasqualetto: “Ripristinate l’autostrada Palermo-Catania, un atto di civiltà e di rispetto del popolo siciliano”

Lun, 01/06/2015 - 19:10

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Pasqualetto_800x530-310x205CALTANISSETTA – I disastri che si registrano in questi mesi in Sicilia, compresa la chiusura al transito dell’Autostrada A 19 Palermo – Catania e il sequestro del tratto “ponte cinque archi”, danno la sensazione che l’Isola sembra caduta in un vortice che continua a risucchiarla. L’affermazione seppur forte, trova corrispondenza nel grave danno economico, sociale, politico, istituzionale, di immagine che comporta la chiusura del tratto autostradale.
La gravità di ciò che è accaduto sta nel fatto che la Sicilia è “divisa in due” con le gravi difficoltà registrate per raggiungere il capoluogo di regione. Tanti si lamentano, nessuno alza la voce con vigore per protestare contro il lungo silenzio che circonda la vicenda. Gli esperti del settore continuano a studiare sul da farsi, ancora oggi non si riesce a vedere la luce per il realizzo degli interventi necessari al ripristino della strada più importante della nostra Regione, seppur sono stati nominati due Commissari. Collegare Palermo con Catania e consentire alle Province di riferimento di vivere in armonia con il contesto, significa dare ai Siciliani quei servizi essenziali che consentono ad un popolo di vivere una condizione di ‘normalità’. Economia, politica e amministrazione camminano di pari passo se si vuole realizzare un minimo di sviluppo nell’Isola. L’affermazione non è azzardata se si considerano gli avvenimenti recenti per rendersi conto che la Sicilia rischia di subire un terremoto in grado di cancellare tutto quello che in cinquant’anni è stato realizzato, sembra che tutte le opere viarie realizzate, si stanno frantumando e il primo segnale è venuto dalla strada a scorrimento veloce Caltanissetta – Gela che subì il crollo di un tratto di quell’arteria. Continuando così, si ha la sensazione che tutto ciò che dava un minimo di benessere economico agli abitanti dell’isola, stia per essere cancellato. Il ripristino dell’autostrada Palermo – Catania, oltre ad essere un atto di “civiltà” e di “rispetto” verso cinque milioni di abitanti, è la dimensione di una “classe dirigente” che governa l’Isola, una classe dirigente che dà il segno della sua esistenza e si impone con i Governi nazionali, anche ricercando il benessere delle persone che abitano nell’isola. Non si giustifica più nessuna discussione sul ripristino di quella strada e nelle more che il Governo decida di dare il via ai lavori, i cittadini di quel comprensorio si organizzano in proprio. “Vergogna” verrebbe da dire, ma in tutto questo tempo perché i lavori non sono partiti? Il tempo intercorso tra il crollo dei piloni e il mancato avvio dei lavori, non si giustifica in alcun modo e coloro che possono e non fanno, dovrebbero essere posti alla pubblica ignominia degli abitanti dell’Isola e del resto della Nazione.
Un’economia già in difficoltà per la crisi rischia di metterci in ginocchio, le merci che camminano sul gommato sono costretti a percorrere altri itinerari con aggravio di costi, le produzioni agricole delle zone interne della Sicilia stentano ad arrivare ai mercati del Palermitano e del Trapanese, un’industria che non riesce a vendere al mercato interno e registra un calo della produzione. In altre parole un disastro di grande dimensioni carico di tante belle e forbite parole che non trova immediata soluzione.
Non può essere il treno a coprire i danni della chiusura del tratto autostradale, treni spesso affollati con passeggeri costretti a rimanere in piedi sino all’arrivo a Palermo o Catania.
Signori cerchiamo di essere seri, se quanto accaduto in Sicilia si fosse verificato a Milano o da quelle parti, tutto il Governo nazionale si sarebbe mobilitato per dare il segno della loro esistenza e in tempi brevissimi avrebbero ripristinato l’arteria. Siccome si è verificato a Castelbuono e in Sicilia, allora le parole servono a coprire i ritardi e a prendere atto che la chiusura iniziata il 10 aprile del corrente anno è ancora attiva.
Così non funziona più e se l’autostrada in tempi ragionevoli, non vedrà il via ai lavori e in tempi europei non sarà ripristinata, allora l’intervento del mondo della rappresentanza, diventerà obbligatorio e necessario.

Salvatore Pasqualetto
segretario regionale

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