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Niscemi, omicidio Pepi: commemorato l’imprenditore ucciso nell’89 che si era rifiutato di pagare il pizzo

Redazione

Niscemi, omicidio Pepi: commemorato l’imprenditore ucciso nell’89 che si era rifiutato di pagare il pizzo

Dom, 15/02/2015 - 11:29

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Foto 26esimo anniversario Francesco Pepi

Foto 26esimo anniversario Francesco Pepi

NISCEMI -“Ventisei anni fa, proprio nel giorno di San Valentino in cui si festeggia l’amore e l’unione, veniva barbaramente spezzata in un agguato malavitoso, la vita di Francesco Pepi, ed oggi siamo di nuovo qui per fare memoria per continuare insieme la battaglia volta all’affermazione dei valori della legalità”.

E’ con queste parole che il parroco don Giuseppe Cafà, ha dato inizio al cimitero comunale di Niscemi, davanti la cappella gentilizia in cui si trova tumulata la salma dell’imprenditore Francesco Pepi, ucciso in un agguato da sicari il 14 febbraio del 1989 in via Vincenzo Crescimone mentre era alla guida della sua auto per essersi rifiutato di pagare “il pizzo” al racket delle estorsioni, la cerimonia di commemorazione del 26esimo anniversario della morte.

Presenti alla cerimonia commemorativa, organizzata dall’Amministrazione comunale, in collaborazione con l’associazione antiracket di Niscemi di cui è presidente Giuseppe Reina e la Federazione antiracket italiana (Fai), oltre ai figli dell’imprenditore niscemese ucciso Franca e Liborio Pepi, i  familiari, i parenti e gli  amici, il sindaco Francesco La Rosa con la fascia tricolore, l’assessore Massimo Conti, il comandante della Polizia municipale Salvatore Di Martino ed agenti del Comando, il comandante della locale stazione dei Carabinieri luogotenente Salvatore Tigano e militari dell’Arma, il dott. Gabriele Presti, dirigente del Commissariato e personale della polizia di Stato, nonché Renzo Caponetti, presidente dell’associazione antiracket di Gela, il quale ha omaggiato la memoria di Francesco Pepi ponendo una mazzo di fiori sopra la lapide del sepolcreto in cui riposa la salma, mentre il Comune con una corona di fiori.

Francesco Pepi

Francesco Pepi

In seguito alle indagini condotte per tanti anni dalla polizia che riuscì a risalire ai mandanti e responsabili della spietata esecuzione dell’imprenditore Francesco Pepi, nel 2003, il Viminale riconobbe allo stesso lo status di “Vittima di mafia”.

“La criminalità organizzata non può più trovare cittadinanza in questa città”, ha detto il sindaco Francesco La Rosa, “tanto è vero che il Comune di Niscemi continua a costituirsi parte civile nei processi di mafia, ed anche in quello riguardante l’uccisione di Francesco Pepi. Continueremo su questa strada fino a quando non sarà ripristinata la legalità”.

Renzo Caponnetti ha aggiunto:”non potremmo mai dimenticare in quegli anni quanto è accaduto a Gela e Niscemi nel periodo della guerra di mafia e sono qui per manifestare a Franca e Liborio la vicinanza e la solidarietà dell’associazione antiracket e della Fai.

I cittadini denunceranno sempre di più e con l’aiuto nostro, delle Forze dell’ordine continueremo a perseguire il cammino imboccato per l’affermazione della legalità”.

Franca Pepi, commossa, ha concluso:”è un onore per noi oggi ed è di conforto al nostro dolore la presenza  delle autorità civili e militari e di quanti hanno desiderato esserci come gente onesta per manifestarci solidarietà”.

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