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Addio alle Province: l’Ars le cancella, nascono liberi consorzi Comuni.Maggioranza compatta

Redazione

Addio alle Province: l’Ars le cancella, nascono liberi consorzi Comuni.Maggioranza compatta

Mar, 11/03/2014 - 23:53

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province-cancellatePALERMO – L’Assemblea regionale siciliana ha approvato stasera con 62 voti, 14 contrari e 2 astenuti, il disegno di legge che sopprime le province e introduce i liberi consorzi dei Comuni e tre citta’ metropolitane (Palermo, Catania, Messina). Il testo e’ stato corretto oggi da oltre venti emendamenti – concordati dalla Presidenza dell’Assemblea e dal governo – che hanno fatto slittare il voto finale. – Ha dunque tenuto la maggioranza che ha goduto anche del sostegno del Movimento cinque stelle. Un testo che ha subito varie riscritture nel corso di un percorso accidentato nel quale il governo Crocetta e’ stato battuto piu’ volte. E col voto di stasera, non e’ ancora finita. Le ex province restano commissariate ed entro sei mesi dovra’ essere approvata la legge che definira’ compiti e funzioni dei nuovi enti. Insomma, resta da giocare un bel pezzo della partita. Ma nel frattempo questo ‘primo tempo’ evita le elezioni per i vecchi enti e consente di procedere nei prossimi giorni al rimpasto di giunta. “Abbiamo costruito un testo a prova di impugnativa del commissario dello Stato”, si dice convinto il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone. Nel frattempo il governatore parla di “voto significativo, con una maggioranza ampia che legittima un cambiamento storico: si modifica l’assetto delle istituzioni della Sicilia e della sua autonomia. Si sperimenta un nuovo modello di democrazia. E’ solo l’inizio perche’ la legge dovra’ essere affinata; dovra’ avvenire un confronto democratico con i sindaci e con il personale delle vecchie province che deve restare tranquillo perche’ sara’ valorizzato”. Il Pd rinvendica: “La Sicilia e’ la prima Regione a superare le province e diventa un punto di riferimento nazionale”. Il coordinatore di FI Vincenzo Gibiino, parla pero’ di “scandalo: i liberi consorzi saranno carrozzoni ancor piu’ elefantiaci e improduttivi delle province. A cambiare e’ il nome, una non riforma che non chiarisce ruoli e compiti, che esautora completamente i cittadini e i loro rappresentanti dalla gestione della cosa pubblica”. Ad allungare stasera i tempi del varo della legge, l’emendamento aggiuntivo del governo – poi approvato – che abbassa la soglia da 180 mila abitanti a 150 mila abitanti per garantire sussistenza dei consorzi in caso di distacco di un comune, mentre lascia invariata la soglia minima di 180 mila abitanti per la costituzione: “Non e’ ammessa la costituzione di un Libero consorzio, l’adesione di un comune ad altro Libero consorzio ovvero l’adesione di un comune alla citta’ metropolitana, qualora per effetto del distacco nel Libero consorzio di provenienza la popolazione risulti inferiore a 150 mila abitanti ovvero si interrompa la continuita’ territoriale tra i comuni che ne fanno parte”.

 L’ultimo capitolo (per ora) di un iter tormentato della riforma che da’ il via libera ai liberi consorzi dei Comuni, mentre Palermo Catania e Messina assumono la denominazione di citta’ metropolitane”. In sede di prima applicazione “il territorio delle citta’ metropolitane coincide con quello delle aree metropolitane individuate con decreto del 10 agosto 95”. Quindi nessun ‘supersindaco’ e nessun potere speciale per i sindaci. I comuni avranno sei mesi di tempo per decidere se aderire all’area metropolitana oppure al libero consorzio. Previsto il referendum consultivo per i Comuni che vogliono aderire ai liberi consorzi, nonche’ un referendum confermativo tra i cittadini dei Comuni che intendano aderire ad altro libero consorzio piuttosto che a quello di origine. Gli organi dei liberi consorzi sono l’assemblea, il presidente, la giunta, eletti con sistema indiretto di secondo grado. Restano in carica per 5 anni a titolo gratuito. Le spese relative alle trasferte dei sindaci, come componenti dei liberi consorzi, sono a carico dei comuni di appartenenza. L’assemblea, organo di indirizzo politico-amministrativo dei liberi consorzi, e’ composta dai sindaci e il presidente viene eletto tra questi dai primi cittadini e dai consiglieri comunali del territorio a maggioranza assoluta dei voti. Se nessuno dei candidati ottiene la maggioranza assoluta si va al ballottaggio. Il presidente eletto potra’ essere sfiduciato tramite una mozione approvata dalla maggioranza dei consiglieri comunali e dei sindaci del consorzio. La giunta e’ composta dal presidente e da un numero massimo di otto assessori, nominati dal presidente fra i componenti dell’assemblea del consorzio. Il numero dei componenti della giunta sara’ stabilito il rapporto alla popolazione dei Comuni consorziati. La cessazione della carica ricoperta presso il Comune di appartenenza comporta la decadenza dalla carica ricoperta nel libero consorzio.

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