Salute

Piante organiche dei magistrati, il Ministro Paola Severino scrive al Csm: “Rinviamo”

Donatello Polizzi

Piante organiche dei magistrati, il Ministro Paola Severino scrive al Csm: “Rinviamo”

Ven, 22/02/2013 - 13:30

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Paola Severino

CALTANISSETTA – Piante organiche dei magistrati, occorre ricominciare. Il parere del Csm alla proposta del ministro della Giustizia Paola Severino (inviato a palazzo dei Marescialli il 28 dicembre 2012) è stato rinviato per la seconda volta (doveva essere votato già mercoledì scorso).

Il differimento prende le mosse da una missiva, del 20 febbraio,  in cui il guardasigilli chiede al vicepresidente del Csm «un differimento», per valutare le osservazioni dei Consigli giudiziari e riformulare la proposta originaria di revisione delle piante organiche. “La prego di voler rappresentare ai signori consiglieri – ha scritto Severino a MicheleVietti, vicepresidente Csm – la mia intenzione di limitare nel senso indicato le modifiche della pianta organica originariamente proposta nonché di procedere all’esame dei contributi offerti dai Consigli giudiziari, richiedendo conseguentemente un differimento del parere richiesto all’esito delle sopra richiamate valutazioni e delle possibili conseguenti modifiche alla proposta stessa”. Il guardasigilli ha giudicato “meritevole di attenzione” l’idea che le modifiche alla pianta organica riguardino solo gli uffici giudiziari “accorpati e accorpanti” in conseguenza del taglio dei cosiddetti Tribunali minori contenuto nel decreto legislativo 155 del 2012.

Il ministro scrive di «consueto spirito di leale collaborazione», ma forte è la sensazione, anzi la quasi certezza, che questo rinvio certifichi il braccio di ferro con il Csm. Quest’ultimo si apprestava, infatti, ad approvare, già da mercoledì scorso, il parere licenziato dalla VII commissione con una sola astensione (il laico Palumbo). Un parere duplice: positivo sulla revisione (provvisoria) delle piante organiche negli uffici accorpanti o con competenza più estesa, seppure con criteri diversi da quelli seguiti dal ministero (solo aumenti e nessuna diminuzione di organico); (fortemente) negativo, invece, sulla proposta di ridisegnare in via definitiva le piante organiche di tutti gli uffici giudiziari italiani, riequilibrandone le dotazioni (e quindi anche con diminuzione del numero dei magistrati). In sostanza, il Csm consigliava di limitare l’intervento ai soli uffici accorpati e accorpanti nonché a quelli frutto della nuova perimetrazione del territorio dei relativi circondari, ma di farlo sulla base di criteri di fatto dettati dallo stesso Csm, sia pure in via provvisoria e in attesa della generale e definitiva rideterminazione delle piante organiche di tutti gli uffici. Quest’ultima dovrebbe essere rinviata a una «fase due» da concludere comunque entro i successivi sei mesi, in modo da in modo da rispettare la scadenza del 13 settembre stabilita per l’operatività della riforma della geografia giudiziaria.

Inutile nascondere che si trattava praticamente della bocciatura del lavoro ministeriale. E tuttavia non vincolante per il guardasigilli poiché il parere del Csm è obbligatorio ma non vincolante, appunto. Dopo quasi dieci giorni di contatti tra Vietti e Severino, la decisione di ritirare di fatto la proposta ministeriale per far ritirare anche il parere, facendo slittare a dopo le elezioni una nuova, e più limitata, revisione delle piante organiche, riguardante solo gli uffici interessati dalla nuova geografia giudiziaria e secondo parametri che terranno conto del punto di vista ministeriale, del Csm e dei Consigli giudiziari.

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