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Soppressione della Provincia. La CISL FP chiede incontro urgente

Redazione

Soppressione della Provincia. La CISL FP chiede incontro urgente

Gio, 02/08/2012 - 01:26

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Gianfranco Di Maria, segretario provinciale CISL FP

CALTANISSETTA – Caro Presidente, mi perdoni se mi rivolgo a Lei in modo diretto, lo faccio anche sulla scorta della sensibilità dimostrata già l’anno scorso di questi tempi, quando, a fronte della manovra finanziaria del Governo, si paventò la concreta possibilità di sopprimere la Provincia intesa non solo come Ente. Oggi, siamo nuovamente nelle stesse condizioni ma con una difficoltà maggiore che, a mio parere, non è solo politica e congiunturale, è anche di apatia, di indifferenza e finanche di insofferenza verso quello che ci accade intorno. Forse è sintomatica della “sfiducia” nelle Istituzione che sempre più appaiono lontane dalla gente e, addirittura, delle volte si vedono quale controparte e non già sussidiarie alla popolazione.
Spiego meglio, quello che osservo e che mi preoccupa molto è il silenzio assordante che avvolge, quello che oggi viene definito dalla spending review, “Riordino delle Province” ma che di fatto si traduce nella soppressione di alcune di esse e, nello specifico, nella soppressione della Provincia di Caltanissetta e di Enna;
Parrebbe, il condizionale è d’uopo, che ciò non interessi nessuno, o meglio, interessi pochi, forse, gli addetti ai lavori;
Parrebbe si sia convinti che, soppressa la Provincia, tutto resterà immutato anzi migliorerà;
Parrebbe che soppressa la Provincia e tutto quel che, verosimilmente, ne conseguirà risolveremo i tanti problemi che abbiamo nel territorio e vivremo “felici e contenti”.
Quello che mi angoscia è constatare come nessuno spiega alla gente che soppressa la Provincia di Caltanissetta come Ente, quindi, come Istituzione è difficile, o meglio, è impossibile che restino tutti gli altri Uffici che hanno sede Territoriale. E’ chiaro che sarebbe una contraddizione in termini riordinare le Province e lasciare gli Uffici Territoriali, sia essi statali che Regionali, ove è avvenuta la soppressione.
In buona sostanza ritengo che nel momento in cui verrà soppressa la Provincia di Caltanissetta (vale la stessa cosa per Enna) e si attuerà il famoso “riordino delle Province”, verremo “accorpati”, o meglio, uniti ad un’altra Provincia, una qualsiasi. Sono convinto che a fronte di tale riordino, “difficilmente” resteranno a Caltanissetta la Prefettura, la Corte d’Appello, la Questura, gli Uffici Giudiziari e quant’altro. E dopo che li avremo “persi”, così come abbiamo perso il Distretto militare, la Banca d’Italia ecc. ecc., a poco o a nulla varrà lamentarci e inveire contro chi poteva fare e non ha fatto. Se vivessimo in un territorio a esclusiva a vocazione industriale, tutto ciò, probabilmente, avrebbe una ricaduta “sopportabile”.  In un Territorio come il nostro, invece, questo “riordino” fatto senza tenere conto delle realtà locali e della Popolazione (praticamente la logica dei tagli lineari che tanto pare piaccia anche al Presidente Monti e che questa O.S. contesta) porterebbe, sono convinto, ad un grave sconvolgimento non solo economico. Mi permetta di chiederLe, solo per un momento, di chiudere gli occhi e provare ad immaginare Caltanissetta senza i suddetti Uffici…..; Lo stesso esercizio, lo chiederò, se ne avrò la possibilità, ai miei concittadini. E non volendo essere retorico, non accenno nella presente, semmai lo farò a voce, che sopprimere la Provincia significa perdere l’identità ed il senso di appartenenza ad un Territorio che ha storia e tradizione propria, frutto di coloro che ci hanno preceduti e che per far ciò hanno dato anche la propria vita.
Sono assolutamente consapevole che è necessario evitare gli sprechi e fare economia. Sono anche convinto che è necessaria una Burocrazia più snella, che dia servizi ai cittadini ed alle imprese e che favorisca lo sviluppo produttivo. Non capisco però perché si vogliano abolire le Province per poi istituire i consorzi di comuni e/o Enti sovracomunali che possano coordinare “l’Area vasta” . Nuovo termine, coniato per esprimere, almeno per il sottoscritto, lo stesso concetto e le stesse funzioni della Provincia Regionale. E si!  Più volte l’anno scorso, di questi tempi, abbiamo “gridato”, a più voci, che la nostra Provincia è già l’unione di più comuni e non è quella a cui invece riferisce il D.L. 95/2012, ma questi seppure sono tecnicismi,  dovremmo spiegarli alla nostre gente. E’ essa che dobbiamo coinvolgere, insieme a tutte le forze imprenditoriali, sociali e associative che sono patrimonio del territorio. Solo l’unione potrà modificare quello che, sembrerebbe (anche qui, il condizionale è d’uopo), essere l’intendo di fare “morire” le piccole comunità.
Per scongiurare tale nefasta possibilità, dobbiamo superare anche le rivalità e le “ostilità” di “campanile” e dobbiamo, così come avevamo fatto l’anno passato, coinvolgere, in un percorso congiunto e sinergico, la Provincia di Enna. In modo da riunire i due territori e superare quei vincoli di popolazione e di superficie che, già ieri, il Senato ha approvato.
La proposta civile di cambiamento deve venire dal “basso”, quindi, dal Territorio, dai suoi cittadini condotti e guidati dalle rappresentanze Politiche ed Istituzionali.
 Se non dovessimo manco tentare questa strada, ciascuno di noi, ognuno per la sua parte e per il ruolo che ricopre, ne porterebbe la responsabilità. Sono certo che ciò non accadrà e, com’è già avvenuto l’anno scorso, le forze Politiche, industriali, sociali, associative e la cittadinanza si riuniranno ed insieme potranno proporre di “riunire” i due territori di Caltanissetta ed Enna e formare e/o riformare la Provincia che era una volta, in modo da rispettare abbondantemente i termini e le condizioni dettate dalla suddetta spending review.
Per quanto sopra detto, Le richiedo di voler indire, con cortese urgenza, una Conferenza dei Servizi o qualsiasi altra iniziativa riterrà opportuno per intraprendere il percorso di sensibilizzazione proposto. Al contempo sono a richiederLe un incontro urgente con la scrivente O.S. e, per essa, con il sottoscritto n.q.
Solo per scrupolo, intendo precisare che seppure in ansia, non mi preoccupo per il mio posto di lavoro, cosa che sarebbe più che legittima.  Ritengo che esso non sia più a rischio di altri. Forse, cambierò la sede di lavoro, ma non dovrei (ancora una volta, il condizionale è d’obbligo) perdere il posto di lavoro. Questa condizione non mi esime dal non svolgere quello che ritengo sia anche il compito di un sindacalista e, nello specifico, del sottoscritto nella qualità in un frangente come questo. 
Certo dell’accoglimento della presente, resto in attesa di quanto richiesto e porgo cordialità

Gianfranco Di Maria
Segretario provinciale CISL FP
 

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