Salute

Mussomeli contro il racket, firmato protocollo d’intesa con l’associazione Livatino

Redazione

Mussomeli contro il racket, firmato protocollo d’intesa con l’associazione Livatino

Gio, 30/08/2012 - 12:09

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MUSSOMELI – “Il Comune di Mussomeli in prima fila contro la mafia”. A rivendicarlo con forza Salvatore Calà nel giorno in cui da un lato firma un protocollo d’intesa con l’associazione antiracket e antiusura “Livatino”, dall’altro riceve dall’Agenzia nazionale dei beni sequestrati alla mafia, l’ex impianto di calcestruzzo di contrada Manca confiscato alla famiglia Frangiamore. Adesso che ha le chiavi in tasca, Calà toglie ogni dubbio sulla sua destinazione. “Nella fase iniziale verrà utilizzato come deposito, come ricovero dei mezzi comunali. Però io continuerò a proporre un altro uso, e cioè accogliere una postazione del corpo forestale. Anche se so che questa idea ha provocato una polemica con Sutera. Ma io non voglio togliere nulla a quel paese”. Nelle prossime settimane si dovrà tenere una manifestazione pubblica che segnerà il passaggio ufficiale del bene. Calà, sempre sul tema della legalità, ieri ha firmato un protocollo d’intesa con l’associazione antiracket “Rosario Livatino”. “In passato ci sono stati degli intoppi, soprattutto legati alla mia assenza per problemi di salute, che non hanno permesso di arrivare a questa firma. Oggi finalmente si avvia la collaborazione. Assieme, Comune e associazione, promuoveremo delle iniziative che portino ad una presa di coscienza generale contro il racket e l’usura. E’ importante che l’accordo arrivi con un’associazione che è espressione del mondo imprenditoriale, del lavoro e delle imprese”. Soddisfatto anche il vice presidente della “Livatino” Nino Terrazzino: “La presenza del Comune in questa nostra battaglia significa molto, perché solo attraverso l’unione si potrà riuscire a sconfiggere i mali di questa terra. E’ una collaborazione che ci gratifica e che ci stimola a fare meglio. Continueremo a fare quello che abbiamo fatto, a stare in mezzo alla gente, a promuovere il nostro sportello di via Madonna di Fatima aperto per ricevere le vittime”. Terrazzino riconosce però che le denunce restano pochissime. “Sappiamo che esiste il fenomeno del racket e soprattutto dell’usura, ma si ha paura a denunciarlo. La gente preferisce tacere e restare nel tunnel. L’aiuto del Comune potrebbe incoraggiare le vittime ad uscire dalla spirale in cui sembrano condannati”.

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