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Serradifalco, Totò Alaimo VS Giuseppe Maria Dacquì: lo scontro infinito

Redazione

Serradifalco, Totò Alaimo VS Giuseppe Maria Dacquì: lo scontro infinito

Sab, 21/04/2012 - 18:02

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SERRADIFALCO – Nuovo scontro tra l’ex assessore comunale Totò Alaimo ed il sindaco Giuseppe Maria Dacquì. Il primo ha divulgato in questi giorni una lettera pubblica rivolta al primo cittadino serradifalchese, con la quale lo accusa come sia da “ipocrita fare adesso il (finto) moralista e chiedere le dimissioni di un suo assessore e di un consigliere di maggioranza”, che avrebbero rapporti di frequentazione con familiari di persone coinvolte in operazioni antimafia. Una lettera redatta da Totò Alaimo in qualità di promotore del comitato Liberi Cittadini di Serradifalco, che puntando l’indice contro il sindaco sottolinea: “Se vuole costruirsi la fama di paladino dell’antimafia è fuori strada. Il paese è piccolo e quindi anche il sindaco sapeva quale fosse il bacino elettorale delle due persone che, due anni prima, aveva indicato uno come assessore e l’altro come consigliere comunale. Queste persone, le loro famiglie e le famiglie delle loro fidanzate hanno votato per lui: il sindaco in carica, pertanto, è stato eletto con i loro voti”. A conclusione della missiva Totò Alaimo esorta il sindaco Dacquì a dimettersi “per aver deliberato la costituzione di parte civile, senza peraltro aver sentito il consiglio comunale, contro i parenti, o meglio la famiglia implicata in fatti di mafia che hanno contribuito ad eleggerlo”. Una vicenda molto delicata, che tra gli abitanti di Serradifalco ha destato molta curiosità e voglia di capirne di più. Per rispondere alle accuse avanzate dall’ex assessore comunale Totò Alaimo, il sindaco Giuseppe Maria Dacquì ha stilato, a sua volta, una lettera redatta assieme ai rappresentati della coalizione “Semplicemente Serradifalco” e rivolta a tutta la cittadinanza. Nella lettera si fa subito riferimento alle affermazioni di Totò Alaimo, definendole “lesive dell’immagine personale, professionale ed istituzionale del sindaco, che saranno rimesse alla valutazione dell’Autorità Giudiziaria, per la tutela dello stesso primo cittadino e dell’Istituzione che egli rappresenta”. Subito dopo i rappresentanti della maggioranza aggiungono che “con questa lettera intendiamo puntualizzare diversi aspetti, affinché tutti voi possiate giungere alle valutazioni del caso”. E così vengono elencati una serie di comportamenti messi in atto dall’ex assessore comunale, che a loro dire “derivano da una certa antipatia verso le contravvenzioni al Codice della Strada”. Ma il punto saliente della missiva di risposta tocca soprattutto l’accusa principale avanzata da Totò Alaimo: “La costituzione di parte civile del Comune e l’adozione di ogni iniziativa a sostegno della legalità sono atti dovuti per le Istituzioni, nonché unanimemente condivisi dalla Giunta municipale, dai consiglieri della maggioranza e dalla coalizione che la sostiene, in quanto, oltre a discendere da obblighi istituzionali, fanno parte del programma elettorale”. Inoltre, il sindaco Dacquì ha ribadito verbalmente di non aver mai avanzato richiesta di dimissioni ai due componenti del gruppo politico facente capo a Roberto Cigna, così come aveva già affermato lo scorso 6 aprile in una lettera firmata congiuntamente da lui e dallo stesso Cigna. Due opinioni contrastanti quelle del promotore del comitato Liberi Cittadini di Serradifalco Totò Alaimo e del sindaco Dacquì appoggiato da tutta la sua coalizione, che spaccano l’opinione pubblica e che prospettano ennesime diatribe politiche.

Laura Spitali