CALTANISSETTA – “Siamo in una società che vive in una orfananza affettiva, però non siamo mai soli né quando siamo osteggiati, né quando siamo schiavi della malattia, perché noi siamo pensati dall’eternità. Di recente ho incontrato i nostri studenti, purtroppo tanti ragazzi oggi sono orfani di affetto, tanti bambini e adolescenti vivono una pluriappartenenza – con doppi genitori e nonni – e questo crea loro disagio. Questi giovani sono il risultato di una società che noi abbiamo costruito, e se sono senza valori è perché questa società è senza valori. Facciano quindi un mea culpa, perché forse abbiamo deluso le attese dei nostri figli, e forse abbiamo spento il coraggio di sognare nel nostro cuore. Oggi dobbiamo ripartire da una certezza, quella di essere amati da Dio”.
Sono alcuni dei passaggi dell’omelia che il vescovo mons. Mario Russotto ha tenuto durante la funzione officiata alla Provincia Regionale ove, secondo tradizione, il prelato si è recato per celebrare il precetto pasquale dei dipendenti.
Alla funzione, tenutasi nell’aula consiliare, erano presenti il commissario straordinario dell’ente Damiano Li Vecchi, il presidente del Consiglio provinciale Michele Mancuso, il neo prefetto Carmine Valente, unitamente a funzionari e personale della Provincia e della Prefettura.
Rivolgendosi proprio al nuovo prefetto, mons. Russotto gli ha porto a inizio funzione il saluto di benvenuto, rimarcando come Caltanissetta si trovi agli ultimi posti delle classifiche nazionali, ma sicuramente è degna di stare ai primi posti in quanto a cuore: “Dobbiamo reinventare qui il lavoro – ha detto il prelato – evitando così che i nostri giovani vadano via, riducendo le nostre città ad ospizi per anziani”.

