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Tavolo per lo sviluppo parte civile contro le vessazioni delle banche

Redazione

Tavolo per lo sviluppo parte civile contro le vessazioni delle banche

Mer, 30/03/2011 - 02:42

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“Creare opportunità lavorative ma anche forme di tutela per le imprese nostre associate: per questo abbiamo creduto opportuno avviare l’iniziativa di costituirci parte civile in quelle situazioni in cui il nostro imprenditore si ritrova ad essere vessato dalle banche”. Così il coordinatore del Tavolo per lo sviluppo del centro Sicilia Tarcisio Beniamino Sberna ha presentato la nuova iniziativa intrapresa dal Tscs e presentata in conferenza stampa insieme ai rappresentanti delle associazioni di categoria che costituiscono lo stesso organismo, Rocco Patrì di Confagricoltura, Giuseppe Valenza della Confederazione italiana agricoltori, Giovanni Crescente in rappresentanza di Confindustria, Lillo Randazzo per Confesercenti.
Ribadita da tutti i presenti durante l’incontro la volontà di dare un segnale forte nella tutela delle imprese associate che il Tscs, nato nel settembre 2010 su iniziativa di Confindustria, Confartigianato, Confesercenti, Confindustria e Cia, comprende, con l’invito agli associati a denunciare qualunque vessazione da parte degli istituti di credito.
“Le banche, come le imprese – ha ribadito il presidente di Confesercenti Lillo Randazzo – devono fare la loro parte, non possono andare avanti a rischio zero e la nostra decisione di costituzione di parte civile nei procedimenti che vedono la vessazione nei confronti degli imprenditori vuole essere un messaggio diretto proprio alle banche, perché si assumano le loro responsabilità senza mettere in ginocchio gli imprenditori”.
“Gli istituti di credito – ha detto ancora il coordinatore del Tscs Sberna – hanno attratto i nostri risparmi e non sappiamo dove siano andati a finire: per questo le banche hanno adesso l’obbligo di aprire una linea di credito all’imprenditoria”. “Il nostro obiettivo – ha detto Rocco Patrì di Confagricoltura – è facilitare il credito alle imprese. Se sarà il caso coinvolgeremo anche l’Abi e la Banca d’Italia e tutte le istituzioni del territorio. Alle banche, che non vogliono più interloquire con gli imprenditori in un difficile momento economico, diciamo che è tempo di cambiare rotta”. “Gli istitituti di credito finanziano progetti validi – ha detto Giovanni Crescente, direttore di Confindustria – e in questo il mondo imprenditoriale siciliano deve essere più credibile. Dall’altra parte è necessario che la politica individui quali sono i punti nella logistica e nei trasporti per essere competitivi in un Mediterraneo del quale rischiamo concretamente di perdere la centralità a vantaggio di altri paesi concorrenti”. A margine dell’incontro si è anche parlato di “zona franca”, su cui Sberna si è detto “fiducioso per il territorio della provincia nissena, senza dimenticare che, dopo Palermo e Roma, il nodo principale va sciolto a Bruxelles, che deve dare le deroghe per la creazione della zona franca stessa”. Sottolineato che la ZF non va confusa con la cosiddetta “zona franca urbana”, trattandosi di due tipologie ben diverse di intervento, anche sotto il profilo economico (50 milioni di euro l’impegno della Regione contro i 5/6 milioni di euro destinati a ZFU come, ad esempio, Gela). R.L.V.