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Sutera, ricordi del passato e Pietro Alongi rivive ancora il presepe di 10 anni fa

Carmelo Barba

Sutera, ricordi del passato e Pietro Alongi rivive ancora il presepe di 10 anni fa

Mar, 27/12/2016 - 10:46

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SUTERA – Vive lontano dalla sua Sutera che è rimasta nel suo cuore e, forse, un pizzico di nostalgia gli fa rivivere i ricordi di quegli anni. Si tratta di Pietro Alongi che ci racconta momenti di vita vissuta proprio mel periodo natalizio. Così scrive: “Era il Natale di 10 anni fa, ero alle medie, e quell’anno, il 2005/2006, lo passammo a Sutera. Ricordo la Santa Messa di Natale, mi colpirono Giuseppe e Maria che entravano in Chiesa, poi, ammetto, mi sono addormentato. Ciò che più mi piacque, oltre al passare il Natale tutti in famiglia, fu il bellissimo Presepe Vivente; un micro mondo all’interno del Borgo più bello d’Italia: il Rabato. Grazie a piccoli pezzi di vestiario prestatomi dai miei parenti riuscii a vestirmi anch’io; di mio avevo infatti solo dei pantaloni marroni di velluto e la sciarpa! La mia postazione era quella delle Tessitrici, anche se credo fosse più opportuno chiamarla “delle Padalino”! La maggior parte dei figuranti era infatti composta da molti membri della famiglia di mia mamma: mia zia Carmela, mia zia Angelina, mia zia Calogera, mia zia Santina ed i miei cugini Onofrio, Giulia, Francesco e Pamela. Unici “estranei” ammessi, Maria Lucia, un suo cuginetto, e la matrona delle tessitrici: la “za Turidda”, il cui trono era un meraviglioso telaio. Ognuno, nella postazione, aveva il suo compito, io ero il “cardalana” e seduto sul “mio” cardatore, inserivo ogni tanto un po’ di lana e la stiravo per bene. Molti, incuriositi, mi chiedevano cosa fosse e nello spiegarlo sembravo ormai un professore! Ogni tanto cedevo il mio posto a qualcuno che voleva farsi la foto. I visitatori erano tantissimi, e siccome il Mondo è piccolo, l’anno dopo, andai in vacanza studio a Dublino e conobbi Fabiana, una ragazza di Racalmuto, che si ricordava della mia comparsa al Presepe! Ogni tanto mangiavamo qualche pezzo di pizza, un po’ di pane con l’olio ed un poco di uova, il tutto attorno ad un antenato del termosifone: “lu luci”. Come veri operai anche noi avevamo le nostre pause ed io le usavo per andare alla ricerca di una ragazzina che mi piaceva tantissimo ma che non mi filava di striscio! A me bastava vederla ed ero a posto così, un po’ come Dante con Beatrice! Le pause venivano utilizzate allo stesso modo da un’altra amica che conobbi lì, la quale, mi ricordo benissimo, mi “usava”, per andare a vedere il suo “amato” in un’altra postazione. Un altro posto in cui mi piaceva andare era nella postazione dei pecorai, in cui c’era un altro mio amichetto, Paolo. Avvolto dal profumo di pecora presi in braccio per la prima volta un agnellino! Alla notte, tutti a casa, e quanti odori quei vestiti! Cinque anni dopo ci sono ritornato e l’ho trovato cambiato, perché siamo cambiati tutti noi. Tantissimi auguroni di buone feste a tutti! Pietro Alongi “

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