SAN CATALDO. No alla chiusura della Corte di appello di Caltanissetta. E’ il messaggio, chiaro quanto inequivocabile, uscito fuori in occasione dell’ultima seduta del consiglio comunale. La massima assise civica ha votato alla unanimità un atto di indirizzo e proposta al Ministero di Grazia e Giustzia per il mantenimento della Corte d’Appello. Tale prospettiva si potrà ottenere ampliando l’attuale distretto con l’istituzione del “Tribunale di Montagna” e l’accorpamento del Tribunale di Agrigento. Qualificato il dibattito in aula con gli interventi dell’avv. Michele Riggi, del presidente del consiglio dell’ordine, avv. Giuseppe Iacona, dell’assessore al Comune di Caltanissetta, avv. Boris Pastorello, del presidente dei giovani avvocati, Gianluca Amico, dell’avv. Pier Luigi Zoda e dell’avv. Salvatore D’Agostini. E’ stato anche ricordato un particolare storico di enorme rilievo per la Corte d’appello, ma anche per la comunità sancataldese: a volere la Corte d’appello fu proprio il senatore Giuseppe Alessi che ha fatto la storia di San Cataldo risultandone uno dei suoi figli più illustri. Interventi tutti degni e qualificati , legati da un unico comune denominatore: la Corte d’appello di Caltanissetta non può e non deve chiudere. Il sindaco Giampiero Modaffari ha sottolineato che questa iniziativa a favore della non chiusura della Corte d’appello non vuol essere affatto a tutela di una corporazione ma dei cittadini e del territorio; una tutela di legalità e giustizia in un territorio che ne ha tanto bisogno. “Se necessario faremo le barricate e scenderemo in piazza per evitare la chiusura della Corte d’appello”, ha tuonato Giampiero Modaffari. S’è poi registrato un articolato dibattito anche da parte dei consiglieri comunali di maggioranza e minoranza. Sono intervenuti Michele Caramia, Felice Favata, Salvatore Pirrello, Pio Naro, Lino Pantano, Alice Fasciana, Marianna Guttilla ed Epifanio Mistretta. Anche loro hanno ribadito il “no” secco ed inequivocabile alla chiusura della Corte di appello di Caltanissetta. Alla fine l’approvazione dell’ordine del giorno alla unanimità.