Marcello Palermo evidenzia l’inquietante aumento di casi e decessi prematuri. «Chiediamo uno studio epidemiologico indipendente e trasparente nel nostro territorio.
SERRADIFALCO. È una segnalazione forte, che non sembra destinata a passare inosservata, quella che arriva dall’associazione “No Serradifalko” per il tramite del presidente Marcello Palermo: «E’ un dramma che non può più essere ignorato: Serradifalco, oltre che paese delle miniere e delle tradizioni, è diventato anche il paese del cancro». Un’affermazione eclatante, che giunge dal paese dell’assessore regionale alla Salute, Daniela Faraoni. E Palermo così motiva la sua dichiarazione: «I dati e le testimonianze raccolte dalla nostra associazione parlano chiaro: i casi di tumore, soprattutto in età giovanile, sono in aumento con un’età media che rispetto allo scorso anno, 63, è scesa a 47 anni; un fenomeno inquietante, che non trova giustificazioni ufficiali, né risposte adeguate. Famiglie intere vengono colpite da lutti prematuri; ragazzi e ragazze vedono la propria vita spezzata troppo presto». Proseguendo nella sua analisi il presidente ha sottolineato: «La mortalità oncologica a Serradifalco è percepita come più alta rispetto alla media regionale, e il dolore delle comunità locali ne è la prova più evidente. Eppure, in mezzo al buio, si intravede finalmente uno spiraglio: dopo dieci anni di battaglie civili e istituzionali, le bonifiche dei siti minerari sembrano non essere più soltanto promesse, ma una prospettiva concreta. Ma la nostra associazione non può restare in silenzio davanti a questa emergenza. È inaccettabile che un paese che ha dato tanto alla Sicilia, pagando il prezzo di un lavoro usurante e pericoloso nelle miniere, oggi debba continuare a scontare un tributo di vite umane così alto. Le possibili correlazioni con l’inquinamento ambientale e con le eredità tossiche del passato minerario – secondo Palermo – devono essere indagate a fondo». Il presidente di No Serradifalko poiri marca: «L’allarme non riguarda soltanto Serradifalco: riguarda tutta la Sicilia, perché rappresenta l’emblema di un Sud che muore in silenzio, dove le statistiche non raccontano fino in fondo la realtà vissuta nelle case, nei reparti o spedalieri, nei cimiteri». Da oltre dieci anni l’associazione da lui presieduta promuove screening oncologici grazie al supporto dell’Asp di Caltanissetta, del suo Centro Gestionale Screening e del Comune di Serradifalco. Palermo poi evidenzia che l’associazione “No Serradifalko” ha attivato il primo sportello permanente per gli screening oncologici e organizzato diverse edizioni della Settimana di Prevenzione Oncologica Serradifalchese, che hanno salvato decine di persone da morte certa ed evitato loro il calvario della malattia. «A poche ore dall’ennesimo funerale di una madre, una moglie, una donna di 47 anni che si aggiunge alle troppe giovani vite spezzate dal cancro – conclude- chiediamo con forza uno studio epidemiologico indipendente e trasparente sul territorio di Serradifalco; la pubblicazione dei dati del Registro tumori provinciale; uno studio approfondito delle malattie oncologiche, con particolare attenzione alla tipologia e agli a genti scatenanti». Infine, Marcello Palermo, a fronte di questa sua segnalazione così inquietante, ha voluto precisare: «Questo è allarmismo? No. Preoccupazione? Tanta. Rassegnazione? Nessuna. Non si può più aspettare! Serradifalco è oggi il simbolo della frattura tra memoria e futuro, tra tradizione e malattia. Senza un intervento deciso e coraggioso, rischiamo che questo borgo diventi il luogo in cui le radici non generano vita, ma solo lutto».

