CALTANISSETTA – C’è stato un momento, ieri allo stadio “Marco Tomaselli” di Caltanissetta, in cui il calcio ha lasciato spazio al silenzio, agli applausi e a un’emozione collettiva difficile da descrivere. È accaduto nel prepartita della finale della Sikelia Cup, quando è stato premiato uno degli uomini-simbolo del calcio nisseno: Davide La Paglia, ex capitano della Nissa F.C., che da anni lotta con straordinaria forza contro la SLA, la Sclerosi Laterale Amiotrofica.
Un guerriero, dentro e fuori dal campo. Davide ha scritto pagine indimenticabili della storia sportiva locale: protagonista con la maglia della Nissa e della Sancataldese, ha incarnato con grinta e passione il senso più profondo dell’essere capitano. Ma il suo vero capolavoro umano è cominciato nel 2008, quando ha scoperto di essere affetto da una malattia devastante. Da allora, ogni giorno è diventato per lui una nuova partita, da affrontare con determinazione, dignità e un sorriso che parla più di mille parole.

La sua testimonianza di vita è racchiusa anche nel libro “Una vita da capitano coraggioso”, in cui ripercorre il proprio percorso con sincerità e fierezza. Una storia che commuove, ispira e insegna. Perché Davide, pur nella sofferenza, continua a trasmettere valori fondamentali: la voglia di vivere, il rispetto per la vita, l’orgoglio di appartenere alla propria terra e alla propria comunità.
Ieri, davanti al pubblico della Sikelia Cup, è arrivato un tributo speciale. A premiarlo sul campo sono stati Giovanni Marchese, commissario tecnico della Sicilia F.A. – Naziunali Siciliana, e i calciatori nisseni Gaetano Dolenti ed Enrico Di Gesù, profondamente legati a quella stessa maglia che Davide ha indossato e onorato con sudore e determinazione. Un riconoscimento sentito, vero, che ha voluto rendere omaggio non solo all’atleta, ma all’uomo.
A suggellare il momento, l’abbraccio commosso dei giocatori della Nazionale Siciliana e della selezione ivoriana della Ligue 1. Due squadre, due culture, un unico gesto: un cerchio di affetto e rispetto attorno a un uomo che oggi rappresenta molto più di un ex calciatore. Rappresenta la capacità di affrontare le sfide più dure con lo spirito di chi non molla mai.
La Paglia è ancora oggi un punto di riferimento per tanti giovani, un modello di resistenza e speranza. La sua presenza allo stadio, nonostante le difficoltà fisiche, è stata un segnale forte: che la forza mentale e il cuore possono superare anche gli ostacoli più duri. Che dalle difficoltà si può cercare una via, e che anche quando non è possibile uscirne completamente, è la luce interiore a indicare la strada.
Il pubblico lo ha salutato con un lungo applauso. Perché in mezzo a tante partite, gol e trofei, la lezione di Davide La Paglia resta quella più importante: si può essere campioni anche fuori dal campo, ogni giorno, con dignità e amore per la vita. E Caltanissetta, la sua città, non smetterà mai di abbracciarlo.