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Serie D. Derby tra Nissa e Sancataldese: una pagina di calcio mai uguale tra passione, orgoglio e senso di appartenenza

Redazione 1

Serie D. Derby tra Nissa e Sancataldese: una pagina di calcio mai uguale tra passione, orgoglio e senso di appartenenza

Gio, 20/02/2025 - 23:47

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Un derby tra verdeamaranto e biancoscudati è sempre un derby. Non importa in quale posizione di classifica Sancataldese e Nissa lo affrontano e nemmeno la categoria. Importa solo vincere, anche quando si gioca nell’Under 18. Vincere anche all’ultimo secondo, anche facendo ricorso ad una diavoleria calcistica, anche invocando il Dio dell’imprevedibilità che, nel calcio, a volte riesce a sconfessare esperti, analisti e soloni del pallone.

Un derby, nella sua imprevedibilità, si nutre di rivalità. Sicuramente, se non ci fosse rivalità, il derby sarebbe semplicemente una partita come tutte le altre e non la partita. Quando il tifo dell’una o dell’altra parte sostiene che questa è una partita come tutte le altre, sa già di aver azionato la manopola del tifo. Perchè, piaccia o no, Sancataldese – Nissa è la partita. E’ quella sfida nella quale tutti danno sempre quel qualcosa in più, nella quale si rischia e la paura lascia il posto ad una sorta di audace voglia di scavalcare ogni timore ed ergersi a suo protagonista principale.

E allora ecco uscir fuori una pagina di calcio destinata, come sempre, a far discutere, destinata a far gioire una tifoseria e a far affliggere l’altra, o a lasciarle entrambe insoddisfatte. La settimana che precede è sempre carica di piccoli e grandi rituali. Ogni tifoso la prepara a modo proprio. Ma una cosa è certa: Sancataldese e Nissa quando si affrontano, mettono in campo una passione antica che in campo si traduce in confronto, in battaglia calcistica, in contrapposizione.

Ci sono anche le esagerazioni condite da talune affermazioni che, magari, sarebbero da evitare. Anzi vanno evitate perchè tutti sanno che non sposteranno di un millimetro gli equilibri delle due squadre in campo.

Ma si sa benissimo che, quando la passione calcistica alza i suoi decibel, il tifo scavalca la sportività. Poi magari, quando l’adrenalina del match comincia a perdere il suo effetto, ci si rende conto di essere stati esagerati, anche perchè in fondo si scopre che ci sono sancataldesi che hanno più amici a Caltanissetta e viceversa, nisseni che hanno più interessi economici a San Cataldo e viceversa.

In Sancataldese – Nissa c’è sempre tutto questo, ma anche la voglia di primeggiare, di essere superiori, di poter dire: “stavolta ho vinto io”. E mentre l’adrenalina sale senza fare sconti a nessuno, ci si accorge che, in realtà San Cataldo e Caltanissetta sono molto più vicini di quanto, quella manciata di chilometri che li separa non direbbe. Ci si accorge allora che i derby tra Nissa e Sancataldese hanno visto taluni giocatori che hanno fatto la storia della Sancataldese essere protagonisti anche nella Nissa e viceversa.

Senza scomodare libri di storia e vecchi ricordi vari, il pensiero non può non andare ad un mito biancoscudato come Davide La Paglia, o ad un Totò Di Marco o allo stesso Fabio Calabrese, per non parlare di Gaetano Dolenti. In realtà il derby è qualcosa che piglia, che coinvolge in maniera così netta e forte, che anche giocatori che hanno gravitato nelle due squadre o che non conoscevano nemmeno Nissa e Sancataldese si lasciano coinvolgere da 90 minuti di passione da giocare a tutta per la squadra, i colori e la Città.

Questo perchè quando scendono in campo non c’è spazio per filosofie o riflessioni più o meno razionali o di parte: scendono in campo due realtà tanto unite e ricche di condivisione nella vita di tutti i giorni, quanto contrapposte e mai concilianti quando ci sono 90 minuti da giocare a pallone.

Domenica alle 15 si rinnoverà il fascino di questo derby che, forse, classifica alla mano, può essere più utile, in termini di risultato più per la Sancataldese impelagata in zona play out che per la Nissa che si ritrova al momento in una tranquilla situazione di centro classifica. In realtà il motto più calzante è sempre lo stesso: “Guai ai vinti”.

All’andata finì 3-3 con un’altalena di emozioni che regalò al “Tomaselli” uno spettacolo calcistico degno. Per il ritorno le due squadre arrivano con la Nissa che ha cambiato il suo allenatore, mentre la Sancataldese ha mantenuto il proprio; in compenso la Nissa ha rinnovato il suo organico solo con qualche innesto al mercato invernale, mentre la Sancataldese sarà ben diversa rispetto a quella vista al “Tomaselli” dopo i diversi innesti operati in sede di calciomercato.

In comune Sancataldese e Nissa hanno due presidenti come Giovannone e Lacagnina, entrambi espressione di fair play e di sportività autentiche e non di facciata. Il loro auspicio di un derby all’insegna del fair play è sincero e non vuol essere un semplice modo per gettare acqua sul fuoco dei facili entusiasmi.

Sicuramente il sancataldese e il nisseno diranno “Un derby non vale mai una stagione”, ma in cuor loro sanno bene che vincere questa partita vorrebbe dire tanto per Sancataldese e Nissa. Non solo per un beneficio in classifica, ma anche perchè c’è di mezzo l’orgoglio, il senso dell’appartenenza, valori che oggi si sono persi perfino in politica, ma che nel calcio, incredibilmente, continuano a resistere.

Alla fine sarebbe logica la conclusione con l’augurio di un buon derby a tutti, ma si sa bene che il derby, proprio perchè sfugge a qualsiasi tentativo di inquadrarlo, è una partita unica destinata a far storia a sè, perchè è l’essenza stessa di un calcio nel quale, se ancora oggi resiste questa passione e questa incrollabile fede nei colori e nella maglia, lo si deve proprio al fatto di appartenere al verdeamaranto o al biancoscudato, e di esserne veramente e autenticamente fieri e orgogliosi. (foto Nissa Fc – Claudio Vicari)