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Migranti: pagò treno a profughi, assolta attivista Soufi

Redazione

Migranti: pagò treno a profughi, assolta attivista Soufi

Ven, 12/04/2024 - 16:47

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Assolta Nawal Soufi, attivista dei diritti umani, dal Tribunale collegiale di Catania, Terza sezione penale, dall’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina aggravato dall’ipotesi di trarne profitto. Il Tribunale collegiale, (presidente Recupido, a latere Calamita e Zimitti, ha assolto l’attivista difesa dall’avvocata Rosa Emanuela Lo Faro, con la formula del “perche’ il fatto non sussiste”. Nawal Soufi, 37enne di origine marocchina era finita sotto processo per avere aiutato un profugo siriano a raggiungere Milano, attraverso l’acquisto di biglietti ferroviari.

Secondo i giudici, nelle motivazioni contestuali alla sentenza, l’attivita’ posta in essere da Soufi “non puo’ sussumersi nelle condotte incriminate dalla norma in questione e non puo’ essere annoverata quale ‘contributo rilevante’ al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. In sostanza, aggiunge il Tribunale, “l’attivita’ della Nawal non e’ risultata determinante od indispensabile per il migrante (arrivato in Italia ed intenzionato a darsi alla fuga) giacche’ limitata esclusivamente al fornire indicazioni dei mezzi di trasporto e il costo dei biglietti di detti mezzi, senza indicazione alcuna del modo con cui superare la frontiera e senza informazioni che potessero far presumere che la stessa fosse in contatto od organizzata con altri soggetti, gestori di una rete finalizzata ad assicurare la fuga dai centri di accoglienza, il transito dei clandestini per i nodi ferroviari (ovvero con altri mezzi di trasporto) della Sicilia ai fini del raggiungimento della frontiera (al nord)”. Insomma, “nessun programma” di fuga o “incoraggiamento” da parte dell’attivista. 

Dalle dichiarazioni testimoniali e’ emerso con chiarezza che l’attivita’ di volontariato svolta da Nawal Soufi presso la stazione di Catania, era volta a fornire ai profughi beni di prima necessita’, generi alimentari, vestiti e giocattoli per i bambini, e di avviamento all’acquisto di biglietti del treno per conto degli stessi “i quali tuttavia autonomamente fornivano la liquidita’ necessaria ed acquistavano materialmente i titoli di viaggio alla presenza della pervenuta senza che la stessa maneggiasse denaro in prima persona o lo anticipasse. Tale circostanza senza dubbio dimostra l’assoluto disinteresse e il mancato profitto della Nawal dall’acquisto dei suddetti biglietti”.

Nessun reato commesso, e la sentenza e’ di piena assoluzione perche’ il fatto non sussiste. Nel corso della sua deposizione, avvenuta a giugno dello scorso anno, Nawal Soufi aveva riferito di essere una attivista a difesa dei diritti umani “e di avere iniziato l’attivita’ umanitaria fin da giovane, insieme alla famiglia, accogliendo ed aiutando i rifugiati richiedenti asilo nel territorio catanese. In particolare precisava – si legge in sentenza – “di essere una volontaria, operante all’interno della stazione di Catania, e di aiutare i migranti, spaesati, nella ricerca di biglietti a basso costo per raggiungere Milano” e di “avere combattuto contro i cosiddetti passeur, ossia tutti quei soggetti che offrendosi di portare con i propri mezzi di trasporto i rifugiati verso il nord Italia, li derubavano dei loro averi e li abbandonavano lungo il viaggio”.

L’avvocata Lo Faro, la legale che ha difeso l’attivista, sottolinea l’importanza della sentenza odierna che “definisce in modo chiaro la liceita’ delle condotte di chi esercita una attivita’ umanitaria in proprio, delineando in modo altrettanto chiaro ed incontrovertibile le condotte che potrebbero invece ricadere nel reato del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’avere individuato chiaramente questi i confini, va a vantaggio di tutte quelle persone che pur spinte da spirito umanitario temono di aiutare per paura di violare le norme”.

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