Un accorpamento di europee, amministrative e in qualche caso anche regionali, come per il Piemonte. Il consiglio dei ministri ha dato il via libera per l’election day che si terrà l’8 e il 9 giugno, due giorni di seggi aperti proprio per permettere un maggior afflusso di persone. Per la terza volta si andrà, quindi, al voto di sabato come già accaduto nel 2004 e nel 2009 quando al governo c’era Silvio Berlusconi.
Saranno 3701 i comuni chiamati alle urne proprio quel secondo fine settimana di giugno, per un totale di quasi 17 milioni di votanti. Tra queste città ci sono 27 capoluoghi di provincia e sei anche di regione: Bari, Cagliari, Campobasso, Firenze, Perugia e Potenza. In Sicilia si voterà in 36 Comuni tra cui Caltanissetta e Gela, Aci Castello, Bagheria e Monreale, Castlevetrano, Pachino.
Nel corso del 2024 poi si eleggerà il governatore in Abruzzo, Basilicata, Piemonte, Sardegna e Umbria. Si parte con la Sardegna, dove i cittadini voteranno il prossimo 25 febbraio. Il 10 marzo toccherà all’Abruzzo, mentre il Piemonte, dove sono chiamati alle urne circa tre milioni e 600mila elettori, sceglie l’accorpamento con l’election day l’8 e il 9 giugno. L’ultima regione ad andare alle urne, in ordine di tempo, sarà l’Umbria, in autunno. È ancora attesa invece la decisione della Basilicata che potrebbe però arrivare nelle prossime ore. A stabilire la data del voto, secondo quanto si è appreso, sarà il presidente della Regione Vito Bardi che potrebbe sciogliere a breve la riserva. In base ad alcune indiscrezioni, il giorno scelto per le regionali lucane potrebbe essere domenica 14 aprile e non l’election day