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“I Love Caltanissetta”: il mantra delle amministrative 2024

Sergio Cirlinci

“I Love Caltanissetta”: il mantra delle amministrative 2024

Mar, 03/10/2023 - 11:16

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Calcio e politica hanno delle similitudini.
Così come avviene nel calcio, si parte con la campagna acquisti, preparazione atletica, ritiro e poi finalmente parte il campionato per la conquista dello scudetto e tutti davanti alla Tv a tifare la propria squadra del cuore.
Anche a Caltanissetta è partita la campagna acquisti, riunioni, più o meno alla luce del sole, annunci e smentite di candidati, preparazione di liste, il tutto in previsione del “campionato” che metterà in palio lo scudetto di Sindaco. Tutti, nessuno escluso, nel “precampionato”, ci mostreranno i nuovi acquis ed illustreranno gli “schemi”, non facendoci mancare la ricetta per far “rinascere” la città. Sentiremo anche le pagelle, una da ultimo della classe ed una da primo, ovviamente la prima da chi cerca di vincere, l’altra da chi cerca riconferma. Cercheranno anche di farci digerire certe alleanza, e a chi, storcendo il naso dirà “ma come con quello o quelli”, si risponderà che lo si fa per il bene di tutti. Nulla di nuovo, film già visto, insomma si prometterà “El indio Dorado”, con annessa immediata risoluzione di tutti problemi. Ovviamente nessuno farà mai un “mea culpa”, sia chi ha governato che chi ha fatto opposizione, spesso blanda o di facciata.
Ma i cittadini dovrebbero porsi una semplicissima domanda: Ma tutti questi illustri oratori in questi anni dove hanno vissuto e soprattutto cosa hanno fatto e detto di concreto e perchè non si sono accorti, o meglio hanno fatto finta, di tante cose ?


Non si sono accorti ad esempio che sono decenni che assistiamo ad una lenta ma inesorabile agonia di una città che, anno dopo anno, vede ridurre il numero dei propri residenti e che se si mantiene intorno ai 60.000 abitanti è solo grazie ai nuovi “nisseni”, che, piaccia o no, consentono, tra le altre cose, di far rimanere aperte scuole, quindi posti di lavoro per nisseni, di far guadagnare anche chi affitta loro, nisseni, negozi ed appartamenti spesso fatiscenti . Non si sono accorti che, giovani o intere famiglia, vanno via in cerca di un lavoro ed il giusto riconoscimento alle proprie capacità o ai tanti sacrifici fatti, insieme alle famiglie, per acquisire un pezzo di carta. Tutti noi abbiamo figli, nipoti o parenti che son costretti ad andare via, un’emorragia che è davanti agli occhi di tutti. Non si sono accorti che vanno via soprattutto i giovani, che rappresentano il futuro, senza i quali Caltanissetta diventa ogni giorni di più una città di vecchi. Non si sono accorti che sistematicamente a fine anno scolastico centinaia di giovani vanno fuori sede per frequentare l’università, con gli annessi super costi per le famiglie; di questi quanti ne ritornano. Sicuramente pochissimi, tornano coloro i quali hanno già un posto assicurato, magari lasciato in eredità dalla famiglia, ma sono pochissimi, la stragrande maggioranza non tornano consapevole che qui difficilmente potrebbero inserirsi nel mercato del lavoro. Non si sono accorti neanche dello “svuotamento”commerciale della città e delle tante sofferenze di chi, nonostante tutto, continua a resistere e a rimanere aperto. Non si sono accorti che, non essendo Caltanissetta una città votata all’industria e che ha vissuto grazie agli uffici pubblici, al commercio e alle pensione dei nonni, specialmente quelle d’oro delle miniere, bisognava intervenire.
Anni fa la nostra città era molto frequentata dagli abitanti dei comuni limitrofi, molti vi lavoravano e quindi spendevano, anche se la sera facevano rientro ai loro paesi. Poi lentamente molti grossi uffici chiusero i battenti, Telecom ed Enel, per fare due esempi. Vennero anche a mancare coloro che “acchianavano do paisi” per far acquisti, visto che anche da loro ormai non mancano negozi di un certo livello.

E’ venuto a mancare quindi anche “lo straniero”, che ha permesso per decenni il fiorire del commercio specialmente in centro storico. Chi non ricorda i negozi della Via Palermo, di C.so Vittorio Emanuele e soprattutto di C.Umberto, adesso ridotto ad una interminabile e desolante serie di saracinesche abbassate, e lì il transito alle auto non è mai stato interrotto. Se a questo aggiungiamo anche una crisi del commercio, colpa anche dell’apertura di centri commerciali e alle vendite on line, il conto è pronto. Poi lentamente il centro si è pure svuotato dei residenti, che, grazie ad un’edilizia scellerata, ha creato quartieri spesso dormitori, lontani dal centro, ed anziché ristrutturare gli storici quartieri, si è lasciato, svuotandoli, via libera al degrado, ed adesso abitati da stranieri, perchè economicamente convenienti, ma con tutti gli annessi e connessi.
I tentativi di risanamento rimangono ad oggi il Progetto Pilota alla Provvidenza, una goccia nel mare, forse qualche altro progetto e la recente deliberazione per la vendita delle case ad un euro, troppo poco.
Non si sono accorti di tutto ciò ? No, diciamo che hanno fatto finta di non vedere, troppi interessi in ballo, però adesso si cercherà di correre ai ripari lanciando soluzioni e slogan. Tra le tante cose non si sono accorti ad esempio che Caltanissetta avrebbe potuto, come ha fatto qualche altro capoluogo vicino, capire che per rilanciare l’economia, sopperendo la mancanza di industrie, bisognava lavorare su altro; ricordo che l’ultimo insediamento di un certo livello era l’Amaro Averna, stabilimento adesso diventato buono solo per le visite come “Museo” di quello che fu l’Amaro di Caltanissetta.
Non si sono accorti che una delle opportunità era ad esempio l’industria universitaria che, oltre a non far andar via i nostri giovani, ne farebbe arrivare tanti delle provincie vicine, con tutto l’indotto immaginabile, con la creazione di tanti nuovi posti di lavoro. Spesso sentiamo ripetere, tristemente ed erroneamente, “c’è stato scippato” e chi lo dice mente sapendo di mentire, facendo finta di non sapere come sia andata l’intera faccenda. No, non c’è stato nessuno scippo, lo hanno semmai regalato ai nostri vicini, di questo bisogna ringraziare i nostri bravi politici di allora, che delle volte hanno pure il coraggio di parlare oggi. Lo hanno “regalato”, per presunzione , per incapacità, per ripicca, per superbia, per politica ? Beh, chi ha qualche capello bianco, ricorderà sicuramente come sono andate le cose e sa bene chi sono i responsabili. Non si sono accorti che da più di vent’anni abbiamo un Consorzio Universitario che andrebbe potenziato e che va avanti tra mille difficoltà, mai dette dai soci, compreso qualche corso annullato, progetti “non idonei” per 60 Milioni(Banca d’Italia/Progetto Reboot), carenze di locali, che, nonostante quello che alcuni sostengono, presentano molte lacune, locali che potrebbero esserci, visto anche il fatto che il Consorzio dichiara di non avere problemi economici, anche se è impossibile leggere i bilanci sul loro sito, non ci sono. Locali che ci sarebbero anche, se non ci fossero dei contenziosi in corso e, se una volta risolti, si rendessero disponibili, visto che sono “momentaneamente” occupati per altro. Consorzio che non riesce comunque a decollare, come succede invece a Trapani o ad Agrigento, dove aumentano sempre più i corsi e quindi studenti, con annesso indotto. Probabilmente è troppo “legato” ad Unipa, per vari motivi, politici innanzitutto. Peccato perchè lo Statuto prevede la possibilità di accordi con altri atenei, visto che da Palermo arriva poco.


Non si sono accorti che si poteva puntare anche sull’industria sanitaria, rendendo più efficiente e competitivo il nostro Ospedale e puntando di conseguenza alla creazione del Policlinico, che poteva rappresentare un’altra possibilità di rinascita. Ma, anche se tristo dirlo, l’ormai perdurante silenzio, impone l’uso dell’imperfetto che da il segnale che anche questa opportunità ci sta sfuggendo…e pensare che c’erano politici pronti a fare barricate. Nel caso succedesse, nessuno parli di “ulteriore scippo”, come qualcuno ebbe il coraggio di dire in un consiglio comunale che votò all’unanimità un atto di indirizzo a sostegno del Policlinico Qui gli scippatori sappiamo bene chi sono. Gli scippatori sono tutti e nessuno escluso, sono tutti responsabili a vario titolo. Sono responsabili coloro che si erano resi disponibili a lottare e che adesso parlano di altro, ma lo sono anche coloro che tacciono, che nulla dicono, che si sgolano per tanto altro ma che, pur avendo i loro partiti parte attiva nel governo regionale, hanno da sempre taciuto sia su questo che sull’altro argomento, quello della sanità locale, difendendola sempre e comunque. I tagli di nastri sono sempre un momento positivo, ma a poco servono se poi il tutto non funziona come dovrebbe. Università e Sanità, quindi Policlinico, potevano e potrebbero sicuramente fare da volano per tutta l’economia cittadina e da lì si creerebbe l’auspicata rinascita, ed anche su questi argomenti in tanti si auto eleggeranno a “capopopolo”. Assistiamo invece ed assisteremo ai classici “salti della quaglia”, ad apparentamenti di comodo per il proprii futuro e tornaconto politico, sui “rigenerati” cavalli di razza o salite improvvise sui carri dei vincenti. Sono riemerse e riemergeranno anche dal dimenticatoio nuove e vecchie formazioni politiche. Alcune hanno fatto anche ingresso o ritorno in consiglio comunale, formazioni che pensavamo ormai scomparse o debellate. Sarà anche un proliferare di tante liste civiche, alcune genuine altre spudoratamente “civetta”, che per non suscitare “problemi intestinali” ai cittadini, si nasconderanno pur di non apparire con i loro simboli. Si eviti però di aprire il vecchio libro dei sogni per raccontarci la fiaba della “bacchetta magica”, ci si concentri semmai su due/tre tematiche, quelle a maggior impatto economico e ci dicano realisticamente come affrontarle se eletti.
Non si sono accorti della cosa più importante. Siamo cresciuti e adesso non crediamo più neanche a Babbo Natale, è chiaro ci sono ancora i “nostalgici” e che la mattina del 25 cercano sempre il regalo sotto l’albero, ma fate attenzione a che non sia il solito “pacco”
Ad Maiora

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