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Caltanissetta, “Le Vie dello zolfo”: il 5 e 6 maggio incontri aperti per realizzare il progetto di rinascita culturale ed economica

Redazione 2

Caltanissetta, “Le Vie dello zolfo”: il 5 e 6 maggio incontri aperti per realizzare il progetto di rinascita culturale ed economica

Ven, 28/04/2023 - 13:04

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Caltanissetta deve imparare a valorizzare la propria storia, saperla raccontare in tutte le sue sfaccettature, mostrarla ai propri cittadini e ai forestieri che vorranno vivere una forma di turismo lento, esperienziale.

Parte da queste premesse la voglia di costituire e rendere operative “Le vie dello Zolfo”, un’idea dell’assessore Marcello Frangiamone che ha già riscontrato l’interesse e la partecipazione di diversi comuni del Nisseno e delle Province limitrofe.

Un progetto che non vuole restare sulla carta ma che desidera diventare “vivente” e, proprio in antitesi con il concetto del “buio” che subiva chi lavorava nelle viscere della terra, nelle miniere, prendere la luce del sole.

Ed è con questo intento che si terranno due giornate di lavori per far emergere le tematiche specifiche. Gli incontri sono stati programmati per venerdì 5 maggio alle ore 16.00 e sabato 6 maggio alle ore 10.00 al Palazzo Moncada di Caltanissetta e l’assessore Frangiamone invita le associazioni interessate a rispondere all’appello per diventare parte attiva di un’unica visione territoriale che possa essere il frutto di una rete di condivisione che unisce attorno un unico obiettivo e per fare sì che “Le vie dello zolfo” diventino un prodotto di qualità a livello internazionale.

“Basta solo crederci” sottolinea l’assessore nella sua lettera alle associazioni e, del resto, è stato lui il primo a essersi auto incoraggiato a non incatenare un’idea in un piccolo territorio o generata da un unico soggetto ma di aprire prima alle Province limitrofe – coinvolgendo i soggetti istituzionali – e adesso alle associazioni potenzialmente interessate a offrire il proprio contributo.

“Quand’ero ragazzo – racconta l’assessore – mio padre mi portava spesso a Gessolungo dove si recava per motivi di lavoro. Quelle erano per me le occasioni per ritrovarmi immerso in un mondo ricco di strane strutture che raccontavano di un passato del quale io non ne conoscevo la realtà. Aveva un fascino particolare camminare in quei luoghi e, girovagando qua e là e parlando con la gente del luogo, conoscevo racconti e storie che fino a quel momento erano per me sconosciuti. Storie di miseria, di duro lavoro, ma anche di un passato fatto di profonde trasformazioni territoriali, sociali ed economiche. Imparavo da quei racconti il fascino di una storia che mi apparteneva più di quanto io pensassi. Così scoprii che tante persone che io conoscevo avevano lavorato in quei luoghi scendendo sottoterra per raccogliere il minerale giallo che la terra custodiva gelosamente. Man mano che crescevo le zolfare venivano chiuse e quei luoghi lentamente vennero abbandonati e dimenticati.

Ma io quei luoghi da ragazzo li avevo visti e sapevo quanti racconti custodivano e, da adulto, mi resi conto che stavamo cancellando parte della nostra storia. Stavamo cancellando il nostro passato. Un passato importante per tutto il centro della Sicilia dove erano presenti oltre 700 solfare. Quel passato che era in grado di raccontarci le origini delle nostre tradizioni religiose, degli innumerevoli beni architettonici monumentali, delle trasformazioni sociali e del territorio. Stavamo rischiando di perdere buona parte della nostra storia recente, non perché l’avevamo già dimenticata ma perché non avevamo voglia di raccontarla. Eppure questa storia era presente nei testi letterari dei più importanti scrittori del novecento, nelle canzoni dei più importanti cantastorie, nei quadri dei più grandi pittori dell’epoca.

Ecco allora che mi scattò improvvisa la scintilla che mi fece riscoprire la storia delle zolfare. Diventando responsabile del Museo della Zolfara di Montedoro, ho accompagnato una moltitudine di visitatori sui luoghi dove erano presenti zolfare e nei territori che le custodiscono e ho visto nei loro occhi lo stupore e incredulità di scoprire le storie di tale epoca, riconoscendo nei loro sguardi la voglia di apprendere questa storia che ci appartiene”.

Tante le domande che hanno affollato la mente dell’assessore sul perché in passato i Nisseni non siano stati capaci di dare forza e soprattutto continuità a tutto ciò. Le motivazioni sono variegate e spesso corredate da ostacoli concreti che sembravano insormontabili o poco intuito in questo potenziale.

Ciò che, però, conta adesso per l’assessore Frangiamone e per la città di Caltanissetta è quella di non fossilizzarsi sul passato e chiudere i battenti a un progetto ma, al contrario, rimetterlo sui giusti binari di fruizione e poterlo proporre al pubblico. Un percorso intriso di storia, letteratura, beni architettonici monumentali, archeologia industriale ed emergenze naturali.

All’attivo, adesso, ci sono “i tempi cambiati” e non soltanto come approccio culturale di recupero della memoria storica ma anche con le strategie di comunicazione e le soluzioni offerte dal digitale.

“Adesso – prosegue Frangiamone – i tempi sono maturi per organizzare un sistema strutturato che possa dare all’area solfifera del centro Sicilia la sua giusta collocazione turistica e culturale. Sempre più persone, associazioni, volontari, professionisti del settore organizzano incontri, dibattiti, passeggiate ed eventi su tale tema dimostrando un vivo interesse al recupero di questo importante periodo storico del nostro territorio. Inoltre oggi giorno sempre più persone hanno voglia di muoversi all’aria aperta e conoscere la storia e le tradizioni locali condividendo le loro esperienze con gli strumenti messi a disposizione dalla rivoluzione digitale 4.0. -. Adesso è il momento giusto per ridare dignità a una storia che tutti ci invidiano e che non aspettano altro di conoscere”.

È già disponibile un sito web che dovrà essere implementato con la rete di itinerari pedonali o ciclabili tramite il destination marketing, utilizzando tutte le tecniche e le procedure che la rivoluzione digitale 4.0 mette oggi a disposizione quali, tra gli altri, social media, contenuti video, guide in realtà aumentata.

Ma questo non basta o, comunque, non potrà essere sufficiente se non adeguatamente corredato da un programma unitario di valorizzazione territoriale che dia continuità ad un processo di condivisione e partecipazione raccogliendo le potenzialità del territorio mediante una riqualificazione ambientale e paesaggistica diffusa, individuando e valorizzando percorsi, sentieri, itinerari stabili da effettuare a piedi, in bicicletta o altri mezzi che attraversano i territori interessati dall’attività estrattiva dello zolfo, la fruizione delle loro risorse naturali e culturali, e una costante azione per rafforzare l’identità del territorio della tradizione solfifera siciliana.

Tutto questo indotto sarà capace non soltanto di proporre un’offerta turistica al fruitore ma, nella pratica, a creare un circuito economico nel territorio che condivisa che sarà a vantaggio di tutti gli operatori e portatori di interessi tra cui associazioni, accompagnatori naturalistici, guide ambientali, portatori di interessi, luoghi per mangiare, dormire, musei, aree naturali.

“Il progetto – ha concluso l’assessore – si ispira proprio a questo approccio: descrivere il paesaggio delle zolfare, un tempo unico e multiforme, attraverso aspetti che, per tradizione o suggestione, ne sappiano evocare lo spirito d’insieme. Al centro della scena le solfare, a svelare lo straordinario paesaggio naturale e umano che si dischiude alla loro vista. Una trama di storie e memorie declinata attraverso il rapporto dell’uomo con la sua terra alle tradizioni popolari, fino alla storia più recente, attraverso i quali interpretare il territorio, riconoscendovi un patrimonio dal valore inestimabile”

Le “Vie dello Zolfo” può veramente essere un sistema di reti di percorsi, itinerari, eventi e luoghi che nel loro insieme possa essere riconosciuta a livello internazionale come percorso identitario del paesaggio delle solfare siciliane. E nella “due giorni” di maggio questa idea visionaria può diventare concreta, realizzabile e vincente. E tutti, adesso, possono offrire il proprio contributo per una rinascita economica, culturale e sociale.

L’appuntamento è per venerdì 5 maggio alle ore 16.00 e sabato 6 maggio alle ore 10.00 al Palazzo Moncada di Caltanissetta

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