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Caso Bonafede, l’assessore regionale Turano incontra ministro Valditara: «L’insegnante non può mettere piede in un’aula scolastica»

Redazione 1

Caso Bonafede, l’assessore regionale Turano incontra ministro Valditara: «L’insegnante non può mettere piede in un’aula scolastica»

Ven, 24/03/2023 - 07:08

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«Ringrazio il ministro Giuseppe Valditara per avermi ricevuto oggi e per il proficuo scambio di opinioni avuto durante il nostro cordiale colloquio che ha preso lo spunto dalla vicenda dell’insegnante sospesa dall’Istituto comprensivo Capuana-Pardo di Castelvetrano. Chi mantiene atteggiamenti ambigui o complici nei confronti dei mafiosi non può mettere piede in un’aula scolastica e oggi grazie al ministro Valditara e all’Ufficio scolastico regionale abbiamo raggiunto questo risultato».

Lo ha detto l’assessore regionale all’Istruzione della Regione Siciliana, Mimmo Turano, al termine dell’incontro con il ministro dell’Istruzione e del merito Valditara, e alla presenza del direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Giuseppe Pierro che, su richiesta del ministero, ha prolungato il provvedimento di sospensione della maestra Laura Bonafede (inizialmente di 10 giorni) e avviato un’azione disciplinare a suo carico.

«Io e il ministro – sottolinea ancora l’esponente del governo Schifani – conveniamo entrambi sulla necessità di una linea rigida e univoca rispetto alla necessità di proseguire a tempo indeterminato la sospensione dell’insegnante Bonafede dal servizio e la sua tanto opportuna, quanto indispensabile, lontananza sine die da un’aula scolastica, dove notoriamente si coltivano fin dall’infanzia valori di etica, rispetto e legalità».

«Condivido appieno il provvedimento del ministro Valditara – aggiunge il presidente Schifani – non possono esserci situazioni ambigue e per di più all’interno di un istituto scolastico. I bambini, durante la loro crescita, hanno bisogno di esempi positivi e, certamente, il comportamento dell’insegnante non è tale. Bene ha fatto anche l’assessore Turano a condannare l’atteggiamento equivoco, sollecitando provvedimenti rigorosi».