Trapani “è una roccaforte, se la definizione non risultasse ormai perfino patetica”. In una intervista a La Stampa il procuratore di Trapani Gabriele Paci, spiega che la città “era un paradiso fiscale per i Corleonesi. Banche, finanziarie e prestanome come in Lussemburgo. Riina passava le estati tra Mazara e Castelvetrano, investiva in terreni e immobili. Si appoggiò ai trapanesi per vincere la guerra di mafia contro i palermitani, incoronando il fedelissimo padre di Messina Denaro, don Ciccio, come capo provinciale”.
Oggi, però, “l’immagine della città è cambiata”, anche se resta uguale il “sostrato sociale e criimnale