Salute

Matteo Messina Denaro, a Campobello di Mazara scoperto un altro covo

Redazione

Matteo Messina Denaro, a Campobello di Mazara scoperto un altro covo

Mer, 18/01/2023 - 17:22

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Un secondo covo di Matteo Messina Denaro è stato scoperto dai magistrati della Procura di Palermo e dai carabinieri del Ros.

Oltre all’appartamento di vicolo San Vito a Campobello di Mazara, scoperto martedì, il boss avrebbe fatto realizzare una sorta di bunker all’interno di un’altra abitazione nella stessa area.

Gdf in secondo covo grazie ad analisi dati catastali. Al secondo covo gli investigatori del Gico della guardia di finanza sarebbero arrivati grazie all’analisi di alcuni dati catastali. Secondo fonti qualificate, proprio lo screening su questa serie di informazioni, assieme a un’analisi del contesto scaturita da un’attività informativa e investigativa, ha infatti consentito di localizzare il covo. Non è ancora chiaro se si tratti del luogo in cui il boss abbia nascosto il suo tesoro: documenti riservati, pizzini, soldi che i magistrati cercano. Il bunker si trova a circa 300 metri dall’abitazione in vicolo San Vito. 

Su latitanza indagato secondo medico

L’oncologo trapanese Filippo Zerilli risulta indagato nell’inchiesta sulla rete dei favoreggiatori del boss. Avrebbe eseguito l’esame del Dna necessario alle cure chemioterapiche a cui il padrino di Castelvetrano doveva sottoporsi. Il paziente si era presentato al medico con i documenti di Andrea Bonafede, il geometra che gli avrebbe prestato l’identità e che, come Zerilli, è finito ora sotto inchiesta. Lo studio del medico sarebbe stato perquisito dai carabinieri che devono accertare se Zerilli fosse a conoscenza delle generalità del paziente. Nella lista dei possibili fiancheggiatori era finito anche un altro dottore: Alfonso Tumbarello, medico di base di Campobello di Mazara che aveva in cura sia il boss, alias Andrea Bonafede, sia il vero Bonafede.

Messina Denaro sottoposto a lunga visita medica: si valuta chemio in carcere

Matteo Messina Denaro intanto è stato sottoposto a una lunga visita medica nel penitenziario di massima sicurezza “Le Costarelle” dell’Aquila dal professor Luciano Mutti, primario del reparto di oncologia a gestione universitaria dell’ospedale San Salvatore. L’incontro sarebbe durato circa un’ora. Secondo quanto si è appreso, nonostante uno strettissimo riserbo, tutte le terapie e le procedure verranno attuate preferibilmente in carcere per ridurre al massimo gli spostamenti in ospedale che farebbero scattare misure di sicurezza molto importanti.

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