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Usa, Ronzulli: “Sentenza sull’aborto sminuisce la sacralità della vita delle donne e il concetto di vita”

Redazione 2

Usa, Ronzulli: “Sentenza sull’aborto sminuisce la sacralità della vita delle donne e il concetto di vita”

Sab, 25/06/2022 - 17:49

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Da Washington a New York, da Los Angeles a Phoenix, marce di proteste e di tensioni. La decisione della Corte Suprema che ha revocato il diritto all’aborto, in vigore da quasi cinquant’anni, ha portato in piazza fin da ieri sera decine di migliaia di persone in molte citta’ degli Stati Uniti.

A New York sono almeno venti le persone arrestate dopo la marcia di protesta organizzata ieri lungo le strade della citta’. Tensioni ci sono state vicino a Bryant Park, nel cuore di Manhattan. A Los Angeles i manifestanti pro-aborto hanno marciato lungo la 110 Freeway, una delle strade piu’ importanti, bloccando il traffico.

Nella capitale Washington centinaia di persone di entrambi gli schieramenti, pro e contro l’aborto, si erano radunate gia’ dal mattino davanti alla Corte Suprema. Un attivista in favore dell’aborto, Guido Reichstadter, si e’ arrampicato sul Frederick Douglass Memorial Bridge, e ha postato video e foto sui social dalla sommita’ del ponte, dopo aver disteso un grande striscione verde.

“Sono salito qui sopra – ha detto in una diretta su TikTok – perche’ la Corte Suprema ha lanciato un attacco vigliacco e anticostituzionale ai diritti delle donne in questo Paese”. A Phoenix i manifestanti, che si erano radunati attorno al palazzo del Congresso statale, sono stati dispersi con il lacrimogeno dopo un tentativo di fare irruzione nell’edificio del Senato. In molte citta’ le zone dove si trovano i palazzi governativi e le Corti supreme statali sono presidiate da polizia e soldati in assetto di guerra.

“L’America culla dell’innovazione tecnologica e scientifica, l’America che ha inventato internet, che ha prodotto i primi telefoni cellulari, che è la patria dei diritti civili. La stessa America degli eccessi, che purtroppo consente con estrema facilità l’acquisto di armi senza bisogno di alcuna licenza specifica e che vergognosamente ha reso legale persino l’utero in affitto, il mercimonio della donna: oggi, quell’America si sveglia spostando le lancette del tempo indietro di decenni. Il diritto all’aborto, che è sempre un trauma che lascia cicatrici indelebili, deve essere una scelta libera, consapevole e di coscienza che ogni donna deve poter fare: non è possibile limitare per legge la natura di una volontà intima e personale.

Non solo perché in questo modo si spalancherebbe la porta agli aborti illegali, tra le pratiche più pericolose e disumane, che ogni anno uccidono 37mila donne.

Ma anche perché si sminuisce implicitamente la sacralità della vita delle donne, troppo spesso relegata in secondo in piano, che a causa di gravidanze a rischio possono addirittura morire.

Con una normativa come quella di Malta ad esempio, il Paese della presidente del Parlamento europeo, la coraggiosa Roberta Metsola, e con la sentenza della Corte Suprema Americana ogni donna con una gravidanza a rischio può potenzialmente perdere la vita, a meno che non sia il feto a morire prima di lei.

Questa concezione antistorica e antisociale, che tenta di legiferare sulla libertà individuale, è la negazione stessa del concetto di vita”. Lo scrive su Facebook Licia Ronzulli, vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato.

Nel frattempo nelle ore successive alla sentenza della Corte Suprema Usa contro l’interruzione volontaria di gravidanza, sono già sette gli stati che hanno subito vietato l’aborto, mentre altri si apprestano a farlo sulla base di ‘trigger law’ già approvate in vista della sentenza. Secondo quanto riporta la Bbc, il divieto contro l’aborto è scattato subito in Utah, South Dakota, Kentucky, Louisiana, Oklahoma, Missouri e Arkansas. In altri quattro Stati – Alabama, West Virginia, Wisconsin e Arizona- sono state chiuse le cliniche dove si effettuano interruzioni di gravidanza, in virtù di vecchie leggi, precedenti alla sentenza che liberalizzò l’aborto nel 1973, che ora sono tornate automaticamente in vigore.

In altri stati il divieto scatterà presto, secondo i tempi previsti dalle trigger law. In Wyoming sono previsti cinque giorni di attesa dopo la sentenza e in Mississippi 10. North Dakota, Texas, Tennessee e Idaho aspetteranno 30 giorni.

Vi sono poi degli Stati le cui leggi anti aborto sono state bocciate in passato dalla Corte Suprema e che intendono ricorrere per poterle riportare in vigore. Battaglie legali di questo tipo sono previste in Michigan, Ohio, Georgia, Iowa e South Carolina. L’istituto Guttmacher, che si batte in favore dell’interruzione volontaria di gravidanza, prevede che restrizioni all’aborto potranno essere approvate in Florida, Nebraska, Montana e Indiana. 

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