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In ricordo di Giulia Randazzo, donna di grande forza comunicativa e dedizione alla funzione rappresentata

Salvatore Messana

In ricordo di Giulia Randazzo, donna di grande forza comunicativa e dedizione alla funzione rappresentata

Sab, 11/06/2022 - 11:15

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La politica dei giorni nostri ci ha abituato al sensazionalismo, alla notizia ad effetto, alla “visione breve” per il riscontro immediato, ma anche troppo spesso alla freddezza dei rapporti interessati, alla incapacità di leggere con lucidità e visione costruttivamente critica ciò che è stato prima di noi.
Non c’è spazio a volte per la memoria, neanche delle persone, di quanti con il loro agire e con il loro essere hanno lasciato una traccia nel tortuoso sentiero del divenire delle cose, delle comunità e delle persone.
Eppure a volte tutto ciò viene smentito da iniziative che ci fanno comprendere che non esiste ambito nel quale il sentimento della memoria, della riconoscenza, della stima e anche dell’affetto sia fuori luogo.
Del Sindaco di Palermo Leoluca Orlando non si può certo dire che sia una figura dalla personalità banale o scontata, e l’ultimo gesto del suo lungo periodo di governo della sua città lo dimostra pienamente: la intitolazione alla giornalista Giulia Randazzo di un auditorium. Questa scelta non gli porta niente in termini di ritorno politico, di consenso o di qualsivoglia vantaggio personale, ma è profondamente bella e simbolica e ci dice che esiste ancora spazio per una politica e per una vita nelle quali a volte la ragione lascia spazio al cuore.
Giulia Randazzo infatti era una allieva del Professore Universitario Orlando, una ragazza dalla intelligenza non comune, dalla smoderata volontà di imparare, dalla personalità complessa e allo stesso tempo forte e determinata. Il Professore Orlando, divenuto Sindaco di Palermo se ne ricordò e la prese nel suo staff con mansioni di sempre maggiore responsabilità nelle quali univa creatività e competenza non comuni. Quella stagione di Palermo la vide per anni al fianco del Sindaco Orlando a tessere soprattutto la tela della relazione tra sindaco e comunità cittadina.
Al cessare della Sindacatura Orlando Giulia doveva ridefinire la sua vita professionale e per le sue grandi capacità fu assunta dalla associazione dei Comuni Siciliani. Li la conobbi meglio e timidamente le chiesi se se la sentiva di lasciare Palermo per una esperienza professionale al Comune di Caltanissetta. La risposta fu si a patto che io le consentissi di lavorare per un progetto non convenzionale e ambizioso, e per questo decise di trasferirsi nella nostra città.
Spesso le buone maniere non erano proprio la cifra della sua forte personalità, ma ciò era volto sempre al fine di indurre nel nostro contesto provinciale una mentalità diversa e non usuale. In tanti ricordano ancora il suo timbro di voce con tono deciso, cosi come tanti ricordano quando andava in giro per sentire la voce e conoscere meglio i bisogni dei cittadini. Ma c’è un episodio su tutti che può farci capire il suo profilo. Un giorno ci disse: “Voi nisseni non sempre comprendete la grandezza del messaggio del vostro santo patrono San Michele, che voi venerate ma non sempre ne sposate il messaggio. L’arcangelo Michele simboleggia la vittoria del bene contro il male, questa deve essere la vostra missione di amministratori e di nisseni”. E per questo ci propose di organizzare una spettacolarizzazione per la notte di Capodanno con attori e scene tutte realizzate nel centro storico con scena finale nella quale dal campanile della Cattedrale e dal campanile di San Sebastiano su due cavi si lanciavano in uno scontro aereo San Michele e Lucifero.
Ma molto altro in termini di efficienza e rigore Giulia seppe dare al Comune.


Le sue capacità e i suoi titoli la portarono a vincere il primo concorso di Capo ufficio stampa bandito in Sicilia dal Comune di Siracusa e successivamente al Gabinetto del Vice Presidente della Regione.
Giulia coltivava un sogno che era riuscita a realizzare: dopo anni di sacrifici e successi aveva con altre tre amiche acquistato un palazzotto alle spalle della Cattedrale di Palermo, nel cuore della città con i cui cittadini dei quartieri più polari aveva un rapporto speciale. Ma un male inesorabile la colpì improvvisamente, portandola con se a soli 47 anni e nella casa dei suoi sogni quanti le volevamo bene le abbiamo dato l’ultimo saluto.
Oggi è bello ricordarne la grande forza comunicativa, la non comune cultura e soprattutto la dedizione alla funzione rappresentata.
Io mi ricordo lo sprone ricevuto a credere nelle mie capacità e a lavorare per realizzare quello che fino a ieri ritenevamo impossibile.
Pensare in grande e agire di conseguenza.

Salvatore Messana

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