Salute

“Facciamo pace”, il progetto sociale per i bambini ucraini ospitati a San Cataldo

Redazione

“Facciamo pace”, il progetto sociale per i bambini ucraini ospitati a San Cataldo

Lun, 07/03/2022 - 09:58

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Riceviamo e pubblichiamo un’iniziativa che parte da una cittadina Sancataldese, molto sensibile alla situazione attuale della guerra in Ucraina:
“Spiegare brevemente cosa spinge una persona a fare del volontariato non è mai semplice. Guardare in TV ciò che sta accadendo in Ucraina, sicuramente ci rende impotenti, ma vogliosi tutti di fare qualcosa per questo popolo.
La guerra è certamente uno degli eventi più sconvolgenti e devastanti che esistono e che lasciano un impatto traumatico nella vita di tutti coloro che ne fanno esperienza, sopratutto nei bambini.

Mi chiamo Josephine, sono un’educatrice ma soprattutto sono una mamma che rimane colpita da quanto sta accadendo negli ultimi giorni. Decido così di dare un contributo non occasionale e propongo di fornire un aiuto socio-psicologico ed educativo alle famiglie e particolarmente ai bambini ucraini che verranno ospitati nella mia città.
L’idea nasce d’istinto, la condivido con Claudio Lipari anch’egli impegnato nel sociale, facendo presente di voler mettermi in gioco nell’ideare e voler gestire insieme questo progetto, chiamandolo “facciamo pace”.

Sono bastati pochi minuti per valutare la fattibilità del progetto, in modo che lo stesso possa coinvolgere altri professionisti o associazioni (educatori, psicologi, interpreti) che possa alleviare il trauma di questi bambini ed aiutarli ad affrontare una nuova vita in un paese a loro sconosciuto.
Sicuramente sarà un arricchimento personale e di innegabile utilità sociale”, conclude Josephine.

Claudio Lipari, amministratore del gruppo facebook “San Cataldo ripartiamo insieme” ringrazia Josephine per averlo coinvolto in questa nobile iniziativa, si mette a completa disposizione e la supporterà affinché questo progetto si possa realizzare tempestivamente chiedendo le autorizzazioni necessarie agli organi competenti. – continua Lipari – “non conoscendo bene le tempistiche di arrivo dei rifugiati di guerra, costruire una bella rete di solidarietà fin da subito ci permetterà di fare del bene in maniera concreta e fattiva”, conclude Lipari.

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