Salute

Vaccino, esperti Usa: richiamo ogni pochi mesi non realistico

Redazione

Vaccino, esperti Usa: richiamo ogni pochi mesi non realistico

Ven, 07/01/2022 - 18:28

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Se la somministrazione di una quarta dose del vaccinocontro il Covid-19 ai soggetti ad alto rischio e’ utile, sottoporre l’intera popolazione a un richiamo ogni pochi mesi “non e’ realistico” e “ha poco senso dal punto di vista scientifico”. E’ questo l’orientamento prevalente tra gli esperti interpellati dal New York Times, in una fase che, davanti al diffondersi di una variante che si espande con grande rapidita’ ma appare meno letale, vede le autorita’ e la comunita’ scientifica interrogarsi su come convivere con il virus in una “nuova normalita'”. 

“Non e’ una cosa mai sentita somministrare vaccini vaccino ma ci sono strade migliori dell’offrire richiami ogni sei mesi”, afferma Akiko Iwasaki, immunologa dell’Universita’ di Yale. Prima di tutto, osserva il New York Times, in assenza di un obbligo appare difficile persuadere i cittadini a scoprire il braccio ogni pochi mesi. Se il 73% degli adulti americani ha concluso il ciclo vaccinale, appena un terzo si e’ sottoposto a un richiamo. “Non appare di sicuro una strategia sostenibile nel lungo termine”, commenta Deepta Bhattacharya, immunologa dell’Universita’ dell’Arizona. 

Inoltre, ricorda il quotidiano Usa, non sono disponibili al momento dati a sostegno dell’utilità di una quarta dose per persone non immunodepresse. Nell’attuale fase di rapida diffusione della variante Omicron del nuovo coronavirus, una campagna di richiami può aiutare ad alleviare la pressione sul sistema ospedaliero ma l’incremento dell’immunità e’ comunque transitorio, sottolinea il New York Times, tanto che alcuni studi preliminari mostrare un decremento del numero di volte gia’ alcune settimane dopo la terza dose. Inoltre la variante Omicron appare in grado di aggirare le difese immunitarie anche al picco della protezione. “Anche con quei livelli di, e’Vaccino specifico per la variante Omicron farebbe un lavoro migliore”. 

“Non ha senso continuare a somministrare richiami per un ceppo che se ne e’ gia’ andato”, dichiara Ali Ellebedy, immunologo della Washington University di St. Louis, “se vuoi aggiungere una quarta dose, aspetterei decisamente l’arrivo di un vaccinosi stabilizzano forse anche solo con due dosi e, sebbene non siano in grado di prevenire l’infezione, diminuiscono la gravita’ dei sintomi e di conseguenza, le probabilita’ di finire in ospedale.

“Le persone vaccinate stanno andando davvero bene in termini di ricoveri”, osserva Michel Nussenzweig, immunologo della Rockefeller University di New York. La variante Omicron ha cambiato la logica, ricorda Nussenzweig, non ha piu’ senso cercare di prevenire il contagio ma “la questione e’ tenere le persone fuori dall’ospedale”. Anche l’immunologo della Casa Bianca, Anthony Fauci, pare ormai persuaso che la priorita’ non sia piu’ prevenire le sintomatiche ma che contare davvero siano i ricoveri. 

La “nuova normalita'” potrebbe quindi prevedere, come per l’influenza, la somministrazione di una dose ai soggetti vulnerabili prima dell’inizio della stagione invernale”, spiega Hensley. E sono proprio le campagne vaccinali per l’influenza ad aver mostrato che un’immunizzazione troppo frequenta mostra benefici sempre minori. Spetta ora alla Casa Bianca decidere quale sia l’obiettivo: arginare i contagi o limitarsi i ricoveri. “Stiamo andando rapidamente da qualche parte ma non sappiamo dove”, conclude Natalie Dean, biostatistica dell’Emory University di Atlanta, “qualunque cosa riservi il futuro, deve essere chiaro quale sia l’obiettivo”. E fissarlo spetta alla politica.

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