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Migranti: attivisti Siciliani a bordo delle missioni di ricerca. Le storie di Sheila Melosu e Davide Dinicola

Redazione 2

Migranti: attivisti Siciliani a bordo delle missioni di ricerca. Le storie di Sheila Melosu e Davide Dinicola

Lun, 17/01/2022 - 10:32

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E' partita per la decima missione di ricerca e soccorso nel Mediterraneo. A capo una palermitana di 35 anni, Sheila Melosu

Due giorni fa da Trapani e’ partita per la decima missione di ricerca e soccorso nel Mediterraneo. A capo della missione una palermitana di 35 anni, Sheila Melosu (nella foto di copertina), dai 18 ai 28 anni attivista e volontaria di Emergency, diventando referente del gruppo di Palermo.

“Ho ricoperto il ruolo di logista e organizzatrice di eventi e incontri nazionali – racconta – e ho collaborato alla costruzione e apertura del primo ambulatorio del Progetto Italia, a Palermo, destinato principalmente a persone in difficolta’, migranti e non solo”.

Una “formazione sul campo” che, “unita alla passione per il cinema, mi ha permesso di sperimentare nella pratica il tema della difesa dei diritti umani e della lotta per la sostenibilita’ ambientale, cosa quest’ultima che mi ha portato a diventare in seguito project manager di SiciliAmbiente Film Festival”.

Quando nel 2019, al ritorno dalla terza missione, nave ‘Mare Jonio’ e’ arriva a Palermo, Sheila ha iniziato a occuparsi della logistica e dello shipping management della nave: “Sono diventata anche parte integrante della vita associativa a livello locale e nazionale di Mediterranea. Sono ‘salita a bordo’ allora, e adesso eccomi qui”.

Davide Dinicola, 33 anni, ha abitato da sempre a Messina, ed e’ il primo ufficiale: “Salpo per la prima volta all’eta’ di 23 anni quando conseguo il diploma nautico all’istituto Caio Duilio di Messina. Fin da subito ho lavorato come marinaio sulle navi mercantili e poi come primo ufficiale sugli yacht di lusso. Una carriera che mi ha portato a godere di un lavoro redditizio e di una bella vita, ma che mi lasciava un vuoto dentro”.

La svolta durante un viaggio nel Mar Egeo quando, diretto ad Atene avvista un corpo galleggiante in mezzo al mare: “Era un uomo caduto da una barca a vela molte ore prima e in stato di incoscienza. Nonostante la reticenza di alcuni miei colleghi e del mio superiore, ho insistito affinche’ si intervenisse. Una volta tirato fuori dall’acqua, l’equipaggio e’ riuscito a rianimarlo.

Questa esperienza mi ha segnato: ho preso la decisione di abbandonare il mondo delle imbarcazioni di lusso per entrare in quello delle navi di soccorso, che per me e’ un obbligo morale prima che una legge da rispettare”.

Si e’ avvicinato a Mediterranea e al soccorso civile in mare mentre, nell’aprile 2019, aveva gia’ in mano un contratto per lavorare per tutta la stagione su un altro yacht a Montecarlo: “Ho scelto di essere primo ufficiale della missione numero 5 della Mare Jonio. E da li’ e’ cominciato il mio viaggio in un mare diverso, dove riesco a mettere insieme il mio lavoro e la mia voglia di contribuire a che nasca un mondo piu’ giusto”.

L’equipaggio