Salute

Clima, Cnr. È ufficiale: “Lockdown ha ridotto livelli di ozono”

Redazione 2

Clima, Cnr. È ufficiale: “Lockdown ha ridotto livelli di ozono”

Ven, 27/08/2021 - 15:35

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Ozono ai minimi livelli dal 1996 sopra al Monte Cimone durante la primavera e l’estate del 2020.

Secondo le rilevazioni dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac), la causa sembra essere la riduzione di emissioni di inquinanti legati ai lockdown per fronteggiare la pandemia da Covid.

Lo studio condotto da ricercatori del Cnr-Isac, in collaborazione con Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismar), Università di Urbino ed Eidgenössische Technische Hochschule (Eth) di Zurigo, pubblicato su Environmental Research Letters, ha analizzato per la prima volta in Italia i possibili impatti delle limitazioni imposte dalla pandemia sulle concentrazioni di ozono misurate in un sito remoto d’alta quota, quindi al di fuori dello strato limite planetario (Planetary Boundary Layer – Pbl), ossia la parte di troposfera direttamente influenzata dalla presenza della superficie terrestre e dalle emissioni delle sostanze inquinanti e climalteranti.

“Mentre in stratosfera l’ozono svolge un ruolo benefico per la vita sulla terra, schermando le radiazioni Uv nocive provenienti dal sole, nella troposfera, ossia a quote comprese fra la superficie terrestre e 12-15 km, agisce come gas a effetto serra – esordisce Davide Putero, ricercatore dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) di Torino – Inoltre, se presente in concentrazioni elevate, è un inquinante secondario con effetti nocivi su salute umana ed ecosistemi”.Diversi studi – spiega il Cnr in una nota – nel 2020 hanno analizzato la variazione di ozono (O3) troposferico in funzione delle misure di restrizione messe in atto per contenere la diffusione del Covid-19.

La maggior parte di questi studi sono stati condotti principalmente in centri urbani o industriali. Per lo studio condotto da ricercatori del Cnr-Isac, in collaborazione con Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismar), Università di Urbino ed Eidgenössische Technische Hochschule (Eth) di Zurigo, invece – spiega la nota – le misure continuative analizzate sono state condotte presso l’osservatorio ‘O. Vittori’ di Monte Cimone, parte della stazione globale afferente al Wmo/Gaw e gestito dal Cnr-Isac in stretta collaborazione con l’Aeronautica Militare Italiana (Camm Monte Cimone).

L’osservatorio è situato sulla vetta più alta dell’Appennino Settentrionale e posto per la maggior parte dell’anno al di sopra del Pbl.

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