Non sara’ grazie alla liberalizzazione dei brevetti che aumentera’ la produzione dei vaccini contro il Sars-Cov-2.
A dirlo e’ Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervenuto ai microfoni della trasmissione ‘L’Italia s’e’ desta’ su Radio Cusano Campus. Cartabellotta sottolinea: “Dobbiamo chiederci se liberalizzando i vaccini la produzione aumenta. La risposta e’ ‘no’: la produzione purtroppo non dipende solo dalla disponibilita’ del brevetto.
Moderna ha detto che da ottobre rinuncia alla proprieta’ intellettuale, ma nessuno si e’ messo a produrre quel vaccino”.
Per il presidente della Fondazione Gimbe, la questione della liberalizzazione “va affrontata sterilizzandola da ogni propaganda politica”.
“La liberalizzazione del brevetto non significa cessione del know-how, delle procedure, delle attrezzature – sottolinea – noi sul web troviamo tante ricette di chef stellati, ma difficilmente riusciamo a fare dei piatti identici a quelli. La cosa che sfugge e’ che non e’ che i vaccini si possono fare simili, devono essere uguali, devono avere gli stessi standard di qualita’ e sicurezza.
La soluzione ideale oggi e’ che le case farmaceutiche facciano accordi con altre industrie, mandando il personale per insegnare gli step di produzione e fare la produzione in conto terzi. Nel breve periodo questa e’ la soluzione”.
Commentando l’uso del vaccino AstraZeneca, Cartabellotta aggiunge: “Alcune Regioni ne hanno somministrate molto meno rispetto ad altre, in Sicilia ad esempio siamo al 51%. Adesso il fatto che non sara’ rinnovato il contratto dall’Ue potrebbe comportare ulteriore ritrosia da parte delle persone a fare questo vaccino”.