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Le Tessere e il Mosario: lo stile di Dio

Don Salvatore Callari

Le Tessere e il Mosario: lo stile di Dio

Dom, 16/05/2021 - 07:09

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In una puntata precedente abbiamo parlato di Liturgia. Potendosi dire in questo spazio solo poche cose, credo opportuno di aggiungere un’altra riflessone . La Chiesa, col catechismo, l’omelia , gli incontri ecclesiali di formazione, coltiva la istruzione religiosa dei fedeli. Gli aspetti più evidenti e principale che si rilevano nella celebrazione eucaristica sono le tre letture bibliche – Vecchio testamento e Nuovo testamento, che opportunamente trattate sono destinate alla formazione cristiana, essenziali per la conoscenza della Sacea Sceittura. Non si deve trascurare o sottovalutare la “ presenza “ della preghiere che servono a lodare Dio o ringraziarlo, o chiedere quanto crediamo sia il nostro bisogno. Purtroppo i fedeli anche quelli più impegnati e istruiti non le “notano, pur essendo assidui alle celebrazioni. Non considerano che in esse c’è alimento per la fede che si inaridisce come una pianta senz’acqua. Assai interessante è in genere, la prima orazione – preghiera- che il sacerdote recita , a nome di tutta l’assemblea all’inizio della messa. Tra tutte ce ne sono alcune di particolare densità per la riflessione oltre che belle e ricche di contenuto biblico e teologico. E si prestano a “ fare da programma” per la vita concreta di ogni giorno.. Questo, poi, si rileva leggendole in latino come si faceva fino a qualche tempo, prima dell’avvento del Concilio Vaticano II La lettura che oggi scelgo e vi propongo ricca di contenuto e bellezza espressiva. Al Signore si chiede di richiamare gli erranti alla sua verità. La Scrittura dice “ la volontà di Dio è che tutti vengano a conoscenza della verità”. Ma è di forte richiamo anche ai fedeli comuni e praticanti. In mirabile sintesi indica le direttive di massima che sono però valido contributo al vivere cristiano. Al Sicgnore chiediamo : concedi a chi si professa cristiano di RESPUERE – RESPINGERE, RIFIUTARE, RIPUDIARE TUTTO Ciò CHE è CONTRARIO AL NOME CRISTIANO”. Il verbo respuere in latino ha una carica di sdegno, un rifiuto cordiale e convinto che si deve evidenziare per farsene convinti e spronare alla pratica “ Il salmo ; O Signore tu hai respinto chi preferisce il male al bene , la menzogna al parlare sincero ed ama ogni parola di rovina che è lingua di impostura”. Invece con un efficace gioco di contrasto il salmo ricorda il pio israelita che gioisce dei precetti del Signore, che disprezza chi abbandona i suoi decreti, perché la sua astuzia è fallace”. Non si tratta dunque di respuere il male ma di SEGUIRE CIO’ CHE è CONFORME AL NOME CRISTIANO” CIOè DI “ SECTARE “ SEQUIRE PRATICARE Ciò CHE è CONFORME A QUESTO NOME., Come se dicesse dinanzi ad una scelta:” quello che sto facendo è contrario alla mia identità di battezzato e cresimato, Oppure quello che penso di fare è conforme al mio essere cristiano. . E’ un programma, onnicomprensivo e che ci deve accompagnare quotidianamente. ”O Dio. che mostri agli erranti la luce della tua verità perché possano tornare sulla retta via, concedi a tutti coloro che si professano cristiani di RESPUERE ciò che è contrario a questo nome e di SECTARE ciò che gli è conforme” ( dalla liturgia”)

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